Ambiente digitale e individuo nella sua totalità.

Per capire le motivazioni alla base dell’elevata diffusione di fake news e la profonda necessità di attuare progetti di media education, è importante evidenziare alcune caratteristiche della società attuale, contesto nel quale questi fenomeni si manifestano.

La società odierna è digitale, basata sulle relazioni, su collegamenti, sulla necessità di appartenere ad una rete, è costantemente connessa e caratterizzata da una distorsione della percezione del tempo e dello spazio.

È esattamente in questo contesto che la comunicazione ha assunto un ruolo essenziale: i mezzi di comunicazione, sia quelli tradizionali che quelli “nuovi”, sono profondamente radicati nella società e sono presenti in tutti gli aspetti della quotidianità di ogni individuo, assumendo una vasta gamma di usi, pratiche, emozioni e relazioni che hanno un ruolo molto importante nei rapporti interpersonali.

Partendo dal concetto di identità esposto da Derrick De Kerckhove in occasione del convegno Per un’etica del digitale tenutosi a Padova in data 12 maggio 2018, è possibile osservare come, al giorno d’oggi, l’identità di ogni individuo sia frammentata in molteplici alter ego che convivono su più dimensioni, formando l’individuo nella sua totalità: ognuno, quindi, vive contemporaneamente la dimensione fisica, quella mentale e quella virtuale.

Alla luce di questa riflessione è evidente una forte confluenza tra reale e digitale e, di conseguenza, tra reale e virtuale: l’ambiente digitale non può più essere considerato un non-luogo, una dimensione “altra da me” nel quale l’individuo può proiettare la propria identità senza essere pienamente coinvolto.

Al contrario, è necessario pensare l’ambiente virtuale come luogo spazio-temporale: come afferma Giaccardi all’interno del libro Abitanti della rete. Giovani, relazioni e affetti nell’epoca digitale, affermare che la rete è un “ambiente” implica il riconoscere la capacità di questa dimensione di estendere i territori d’azione e le opportunità di compresenza.

Considerando il virtuale come luogo spazio-temporale, è inoltre possibile analizzarlo in base al tempo e in base allo spazio.

Dal punto di vista del tempo, è più che evidente come vi sia un superamento della frammentazione dello stesso: il presente ha cessato di prevalere come unico tempo assoluto nel quale è possibile vivere, mentre il passato non è più solamente e realmente passato.

Tutte le azioni compiute nella dimensione virtuale saranno sempre rintracciabili e identificabili, attribuendo così una concezione di “presente perenne” anche a tutte quelle azioni già svolte e terminate.

La rete diventa, quindi, un archivio di esperienze al quale è possibile attingere in modo costante e, potenzialmente, continuo.

 

Fake news: significato, caratteristiche e tentativi di debunking.

Con il termine fake news vengono identificate tutte quelle informazioni inventate ad hoc o distorte in modo esagerato prima di essere diffuse e condivise spacciandole come vere.

Questo non è un fenomeno comunicativo recente, infatti, ripercorrendo la storia, è possibile identificarne diversi esempi: da Adamo ed Eva che hanno cercato di nascondere il loro peccato a Dio alla falsa donazione di Costantino,fino ad arrivare agli strumenti di propaganda nel XX secolo.

Negli ultimi anni il tema delle fake news è estremamente trattato a causa dell’effetto megafono del web e dei social network, in quanto incrementano la capacità e la possibilità dell’uomo di modificare e, potenzialmente, falsificare la comunicazione.

Avendo il reale potere di influenzare l’opinione della società cambiando il giudizio dei singoli nei confronti di aziende, politici e istituzioni, è possibile definire le fake news come un vero e proprio mezzo di comunicazione. Per questo motivo, è essenziale studiare nel dettaglio quali sono le caratteristiche distintive di questo fenomeno, perfettamente rappresentate dall’esagono delle fake news ideato dai professori Andrea Altinier e Francesco Pira, le quali identificano anche la capacità di penetrazione di questo fenomeno comunicativo.

  1. Appeal: notizia che riesce ad entrare molto facilmente nell’agenda setting risultando, quindi, interessante per l’opinione pubblica.
  2. Viralità: le fake news si diffondo ovunque e velocemente, fattore che rappresenta uno dei principali punti di forza del fenomeno e motivo per cui sono molto difficili da fermare.
  3. Velocità di diffusione: questa caratteristica si è imposta principalmente con le nuove tecnologie. In passato le fake news erano meno potenti in quanto rimanevano circoscritte in un limite spazio-temporale dato dai mezzi disponibili, barriera oggi abbattuta data la possibilità di diffusione in tempo reale.
  4. Flusso: le fake news generano ulteriori notizie che, avendo come tema principale la fake news iniziale, le rendono ancora più diffuse e ne fanno ulteriormente discutere, dando vita ad un flusso non realistico che può ricadere sul soggetto della notizia falsa, azione che genera un’opinione generale estremamente difficile da cambiare.
  5. Crossmedialità: una volta trasmessa un’informazione falsa, la fake news si “spalma” su più media, diventando virale e creando appeal.
  6. Forza: anche quando si riesce a dimostrare che una notizia è falsa, questa riesce a lasciare un segno profondo nei ricordi e nelle idee dell’opinione pubblica.

Una disciplina che cerca di contrastare il fenomeno delle fake news è quello del debunking: utilizzando mezzi quali piattaforme online, il tentativo è quello di smontare le fake news. Nonostante suscitino molto interesse e potenzialmente siano strumenti molto utili, i siti di debunking fanno ancora molta fatica a sconfiggere le fake news, soprattutto a causa della loro viralità e velocità di diffusione.

 

L’importanza della MED per sviluppare la consapevolezza.

Con il termine Media Education si intende l’insieme di attività educative e didattiche finalizzate ad informare i giovani e a sviluppare in loro una comprensione di natura critica circa la natura e l’utilizzazione dei media: è importante sottolineare, però, che i mezzi di comunicazione non vanno intesi solo come semplici strumenti, ma sono da considerare nella loro totalità, comprendendo il linguaggio che implicano nel loro utilizzo e la cultura che racchiudono.

Base fondante dell’importanza della Media Education e della sua diffusione è un solo e chiaro motivo: la società contemporanea è mediale, vive buona parte della propria vita lavorativa, scolastica e sociale in rete, costantemente connessa, motivo per cui è essenziale mettere in pratica attività di formazione in modo tale da fornire tutti gli strumenti necessari per poter essere pronti a vivere in modo sicuro, giusto ed etico all’interno di questa dimensione.

In un articolo di miuristruzione.it vengono esposte le competenze mediali che, secondo il pedagogista Dieter Baacke, devono essere diffuse da un media educator:

  • Lettura consapevole dei contenuti;
  • Conoscenza dei principali sistemi di comunicazione;
  • Miglioramento della capacità ricettiva;
  • Capacità di elaborare nuovi messaggi offrendo il proprio apporto come creatori di informazione.

Alla luce di queste competenze, è evidente come la consapevolezza dei mezzi con i quali ci si approccia costantemente ogni giorno, dei linguaggi che utilizzano per comunicare e della cultura che comportano è raggiungibile solo attraverso un percorso educativo che sia mirato e programmato ad hoc.

Il concetto di educazione è, inoltre, strettamente collegato a quello di comunicazione, sono inscindibili: educare implica, per forza di cose, il comunicare una nozione, un’idea, un pensiero.

A sua volta, è impegno morale di ogni comunicatore e di ogni educatore quello di comunicare sempre in modo etico e costruttivo, con il fine di trasmettere un valore educativo: solo attraverso una comunicazione chiara, giusta e supportata da fonti attendibili e vere è possibile fornire un’educazione e una formazione che siano chiare e che generino consapevolezza nel destinatario finale dell’intero progetto formativo-educativo.

Questo comporta una grande responsabilità, parola che oggi spaventa: è essenziale non schivarla, ma ripensarla in relazione ai vari ambienti comunicativi ed educativi nei quali ogni giorno ogni individuo vive e si immerge.

È evidente la necessità di un’educazione ai media più approfondita e mirata: vivere in rete e nel digitate oggi è naturale e inevitabile, di conseguenza è necessario formarsi e formare al meglio per vivere questa dimensione nel miglior modo possibile.

 

 

 

Sara Zampieri, 23 anni e studentessa di Web Marketing e Digital Communication. Passione per la pianificazione strategia, per la Media Education e per Netflix.