L’avvento dell’era del Web 2.0 ha portato con sé un grande cambiamento di paradigma nell’utilizzo della rete, delineando un nuovo approccio innovativo che giorno dopo giorno continuiamo a sperimentare. Grazie ad esso infatti il web si è evoluto, passando da una condizione di staticità in cui fungeva da mero raccoglitore di informazioni, ad uno stato di forte dinamicità che ha permesso la nascita di una cultura partecipativa in rete. Tutto ciò significa che gli utenti ora creano informazioni, condividono le proprie opinioni e idee, si confrontano e discutono, fanno nascere delle amicizie, il tutto tramite i loro profili personali. Questo nuovo modo di stare in rete ha influenzato molti diversi ambiti, tra i quali spicca il settore del turismo, colpito da profondi cambiamenti che hanno portato alla nascita del turismo digitale, detto anche Travel 2.0, che rappresenta l’insieme dei cambiamenti che Internet, il mobile e i social media hanno prodotto sul modo di viaggiare.

Secondo Lauren Labrecque nel suo Consumer Power: Evolution in the Digital Age, grazie all’evoluzione del Web 2.0 i social media sono stati fortemente potenziati e hanno creato delle vere e proprie comunità virtuali che hanno donato un grande potere alla folla, offrendole accesso illimitato a informazioni e risorse online, oltre alla possibilità di produrre i propri contenuti. Questo ha dato la possibilità al settore turistico di svilupparsi in questo senso e di arrivare a parlare di Travel 2.0.
Quest’espressione viene pronunciata per la prima volta nel 2006, all’interno della PhoCusWright, agenzia di ricerca per viaggi e turismo; il suo presidente C.P. Wolf in Travel 2.0 Confronts the Establishment ne parla affermando: “New travel researching and planning approaches are empowering consumers in unprecedented ways. […] Travelers are keen to take control and find/create the perfect trip, not just the cheapest trip.”

Ciò significa che il turista ora si trasforma e diventa egli stesso la propria agenzia di viaggi; è informato e consapevole di come funziona la rete nella sua seconda era digitale e per questo diventa anche più esigente, alla ricerca del viaggio a lui più consono. In un’era come quella attuale in cui la personalizzazione è tutto, si può notare come anche in questo caso sia stato creato un modo di pianificare e vivere il viaggio adattandolo alle proprie necessità. Il grande plus risiede nel fatto che sono le persone stesse, conoscendo i propri bisogni, a poter agire per soddisfarli, senza passare per l’intermediazione di terzi.

Il turista 2.0 si delinea come una nativo digitale, appartenente alla generazione Y, che utilizza i social media, l’instant messaging e Internet sia per comunicare che per reperire informazioni di qualsiasi genere relative ai viaggi, basandosi molto spesso sui pareri online di amici, famiglia e sconosciuti. Anche chiamato viaggiatore 2.0, egli è di mentalità aperta, sicuro di sé e appassionato di altri Paesi e culture, che visita sfruttando al massimo le conoscenze e le possibilità che la tecnologia gli offre.

Internet e i social media risultano la fonte di informazione principale nel momento della scelta del viaggio dal momento che offrono recensioni, fotografie, video ed esperienze in modo oggettivo, al contrario di quello che può avvenire con le agenzie di viaggio, ritenute meno obiettive. Il turista 2.0 indica il passaparola come la fonte a cui affidarsi, traendo ispirazione per i suoi viaggi dalle opinioni altrui pubblicato online per ben il 70% dei casi, secondo uno studio Nielsen.

Le persone utilizzano quindi i social network sin dalle fasi iniziali di pianificazione del proprio viaggio, cercando addirittura ispirazione sulla meta in base alle foto pubblicate dagli amici o  iniziando a seguire delle pagine di travel blogging. Emily Carter, una Web Marketing Analyst, nel suo Social Media, Mobile, and Travel: Like, Tweet, and Share Your Way Across the Globe illustra come i viaggiatori 2.0 in questo momento di raccolta di informazioni, ricerchino per la maggior parte le destinazioni, seguite dagli hotel, dalle attività e le attrazioni da svolgere in vacanza e infine dai ristoranti. I siti di social network che vengono in aiuto in questa fase sono per la maggior parte Facebook e TripAdvisor, mentre nell’atto della prenotazione interverranno social differenti. Quando si passa a questa fase infatti si può notare come l’autorevolezza delle agenzie di viaggio sia in crisi, a favore invece delle OTA, le Online Travel Agency come Expedia o Booking, che i viaggiatori della nuova era digitale privilegiano nel momento della prenotazione della vacanza: ben il 78% decide di seguire questo metodo, mentre solo il 22% delle persone utilizza ancora le travel agencies. Questo ha segnato un cambio di rotta anche per quanto riguarda gli hotel e alloggi, la metà dei quali ha inserito la possibilità di prenotazione sul loro sito, rincorrendo il trend dell’online booking così diffuso tra i viaggiatori.

L’utilizzo di Internet e dei social media non si esaurisce nella fase di scelta del viaggio ma anzi, si intensifica con il procedere della vacanza. Non a caso una ricerca su 18 mila persone in più di 25 Paesi svolta dall’istituto Research Now su commissione di Booking, ha indagato le abitudini dei turisti durante il primo giorno di vacanza, rivelando l’alto tasso di utilizzo dei social. In particolare è emerso come, a seguito delle tradizionali attività che comprendono lo disfare le valigie e lo scoprire l’alloggio, i turisti si dedichino soprattutto ad attività nell’ambito social come lo scattare foto e la loro pubblicazione sui propri profili, la ricerca di recensioni di ristoranti, l’ascolto di musica e l’invio di email di lavoro. Oltre a queste attività è presente anche l’utilizzo delle mappe per orientarsi, la consultazione di attrazioni e attività da svolgere e infine la registrazione in anticipo al check-in del proprio volo. Si può notare inoltre come l’utilizzo del mobile sia in forte espansione, in particolare per quanto riguarda le prenotazioni e le ricerche online, in quanto molto più comodo ed immediato rispetto ad un computer, soprattutto quando l’utente si trova appunto durante la sua vacanza e non dispone di un dispositivo fisso.

Dopo il ritorno a casa i turisti 2.0 continuano la loro attività social pubblicando le recensioni degli hotel in cui hanno alloggiato o dei ristoranti in cui hanno cenato e condividono vari post sulle attività e attrazioni visitate. Questo feedback post vacanza concorre all’aumento delle informazioni che altri viaggiatori 2.0, amici, parenti o sconosciuti, potranno ricercare nelle prime fasi della pianificazione della propria vacanza.

Risulta chiaro come questa nuova tendenza abbia avuto un forte impatto su tutte quelle strutture che in qualche modo risultano connesse ai viaggi: hotel, alloggi, ristoranti, linee aeree e servizi la cui sopravvivenza dipende dal turismo. Le aziende più attente e reattive hanno risposto a questo trend adottando e promuovendo una forte presenza online, per palesarsi al turista 2.0 attraverso i social media, cioè i canali a cui egli fa riferimento. Non si tratta solamente di pubblicizzarsi ma di offrire effettivi servizi che facilitino il turista 2.0 nelle sue ricerche e che gli permettano di svolgere le sue usuali attività in rete, come ad esempio la possibilità di prenotare o di recensire online. Infatti solo nella metà dei casi il turista 2.0 dopo aver ricercato le informazioni che gli interessavano mantiene il suo piano originale, molto spesso capita invece che decida di cambiare hotel, compagnia aerea o addirittura Paese di vacanza sulla base dei dati raccolti online. Solo costruendo un’identità online e comunicando attraverso le piattaforme digitali sarà possibile per le aziende sopravvivere all’interno del settore turistico nel futuro.

Il Web 2.0 e i social media hanno dato nel concreto la possibilità di ampliare e rendere più semplice le capacità delle persone di reperire informazioni di viaggio e di condividerle a loro volta; in questo modo negli anni si è creata e consolidata una vera e propria rete di contenuti in cui il turista 2.0 crea degli storytelling di particolari mete di vacanza, raccontando attimo per attimo le esperienze e attività vissute, alimentando incessantemente la nascita di altri viaggiatori come lui.

 

Di Elisa Riatto