Secondo l’Assemblage theory di DeLanda è per esempio possibile formulare un’unica teoria unica che si occupi indistintamente di media, linguaggio, attori sociali, classi, pensiero, topologia spaziale, attore – rete, potere, controllo, libertà di movimento.

Anche Latour e ANT appaiono convinti che la tendenza a pensare società e natura, e quindi umano e materiale, come due cose separate (ovvero il pensiero comune a noi famigliare) sia in realtà un fenomeno moderno e del tutto occidentale, tanto che, il dominio di queste categorie universali (altrove per brevità chiamate “universali”) e un sapere sempre più specializzato, rendono difficile discutere sopra fenomeni che attraversano radicalmente tali universi: dalla biologia alla cultura, dalla società alla tecnologia.

Lo stato di emergenza

Prima di Latour e DeLanda, Deleuze e Guattari rigettano l’idea che sia possibile formulare proprietà essenzialmente uniche e distinte per distinguere tra loro realtà umana, naturale – materiale e tecnica processuale. Tutti questi autori, come abbiamo visto, nonostante le diversità, condividono lo sforzo nello sgretolare i confini e le dicotomie tradizionali del sapere Occidentale tra natura e cultura, soggetto e oggetto, attore e sistema, -micro e -macro.

Allo stesso modo la questione rende altamente controversi i dibattiti riguardanti l’ Intelligenza Artificiale, il test del QI, la responsabilità nel giudizio criminale e altre politiche sociali.

Sovereignty

Gli stessi autori rifiutano di vedere nell’oggetto qualcosa di reale totalmente determinato e compiuto. Al contrario, gli oggetti sono sempre parti di un evento, fotografie statiche di un processo che in sé è sempre dinamico, nei termini di DeLanda, inattuale, emergente in quanto incompiuto.

Gli oggetti, così come noi li conosciamo, non rispondo ad alcun rigore ontologico ma alla necessità del tutto umana di focalizzare l’attenzione su di una parte rispetto al tutto, sull’attore rispetto allo sfondo.

Postscript on Control Societies

Deleuze in “Postscript on Control Societies” (1990), completa la la storia sociale inaugurata da Foucault con l’idea di Società del Controllo.

Secondo Deleuze infatti, attorno al 1980 una molteplicità di fattori, tra cui il crollo del muro di Berlino, la fine dei regimi sovietici, la diffusione dei primi elaboratori, l’elaborazione nella accademie del cosiddetto pensiero postmoderno, segnarono la svolta nel tipo di società e nella forma di potere a essa contemporaneo.

leviatano

La stabile e moderna struttura dell’edificio benthamiano utilizzata da Foucault come paradigma della Società Disciplinare (1820 – 1970 circa) è disintegrata nel complesso gioco dell’alternanza di ambienti striati e Rhizomi.

Dal punto di vista del linguaggio della rete, il Rhizoma è metaforicamente il luogo di incontro tra due o più nodi in una rete decentrata, o meglio, la virtualità, la possibilità d’essere di tal luogo d’incontro.

Se nell’introduzione a “Sorvegliare e Punire” Foucault osserva che:

At the beginning of the nineteenth century the great spectacle of physical punishment disappeared… The age of sobriety in punishment had begun.

Foucault, M. 1995

disciplinary-socieites

facendo eco ai dolci poteri di cui parla Tocqueville tipici della democrazia d’oltre oceano. Dopo la crisi che muove da Società della Sovranità e quella Disciplinare (post Rivoluzione francese), Deleuze illustra un successivo passaggio, la Società del Controllo:

In control society (…) the key in no longer a signature or number but a code; codes are passwords, whereas disciplinary societies are ruled (when it comes to integration or resistance) by precepts. The digital language of control is made up of codes indicating whether access to some information should be allowed or denied. We’re no longer dealing with a duality of mass and individual. Individuals become “dividuals”, and masses become samples, data, markets, or “banks”.

Each kind of society corresponds to a particular kind of machine – with simple mechanical machines corresponding to sovereign societies, thermo-dynamic machines to disciplinary societies, cybernetic machines and computers to control societies.

Deleuze, G. 1990

Tecnologie politiche

governabilità

Ogni momento nella storia secondo Deleuze è quindi organizzato e amministrato da una determinata tecnologia politica, una macchina la cui comprensione è necessaria nell’analisi di quel particolare tipo di società.

Il Panopticon così come presentato da Foucault è però per Deleuze inadeguato a chiarire l’età contemporanea.

È statico, bruto, pesante, analogico a differenza della nuova generazione di macchine come i computer e le altre meraviglie tecnologiche oggi a disposizione per comunicare e ricevere / trasmettere informazioni, essenzialmente digitali e capaci di operare simultaneamente e istantaneamente in una realtà in cui diversi presenti materiali e sociali coesistono, nell’inattualità, nella virtualità di

(…) Ultrarapid forms of apparently free-floating control.

Deleuze, G. 1990

Del resto tale presa di coscienza è variamente presente negli stessi anni in Kittler (1992), Lash (1991), Jameson (1991) la cui l’etichetta “tardo capitalismo” corrisponde all’orrore weberiano per una società completamente amministrata, Castells (1996, 2001, 2004) e Hartd e Negri (2003), i quali scrivono:

(…) Disciplinary society is that society in which social command is constructed through a diffuse network of dispositif or apparatuses that produce and regulate customs, habits, and productive practices.

Mentre la Società del Controllo è quella:

in which mechanisms of command become ever more ‘democratic’, ever more immanent to the social field, distributed throughout the brains and bodies of the citizens.

Hardt, M. & Negri, T. 2003

moltitudine

L’Impero (2003) di Hardt e Negri è, dal punto di vista politico, la forma di potere che Deleuze descrive agire nella Società del Controllo e che il già discusso Galloway, dal punto di vista tecnico – informatico, chiama Protocol ben conscio di ciò infatti l’autore americano scrive:

Empire is the social theory and protocol the technology.

Galloway, A. 2004,

Parallelamente all’esplosione e moltiplicazione del soggetto, entra in crisi anche la possibilità di analizzare il potere, quando pensato nei termini tradizionali “potere di un individuo su un altro”. Il concetto tradizionale di Sovranità vacilla in una società in cui il potere è invisibile, privo di centro, distribuito.

Dispositivo, Meccanismo, Apparato, Impero, Rete

(qualora pensata alla luce degli argomenti espressi in questa tesi) non sono allora metafore del pensiero che esprimono la difficoltà di pensare il nostro tempo ma strumenti analitici per aiutarci nello sforzo di comprendere genuinamente il presente:

La rete non è affatto libera. Come ogni altra forma di organizzazione di entità separate, implica e trova la propria necessità d’esistere nel potere.

Dopo l’11 Settembre 2001 il processo di globalizzazione ha superato un punto di non ritorno. Da un numero relativamente ristretto di centri di potere si è passati a un sistema complesso di controllo distribuito nella rete sociale e nella rete materiale, tanto da rendere problematica la loro distinzione.

11 Settembre 2001

La “Rete” come forma emergente di controllo deve quindi aggiornare il tradizionale concetto di “Sovranità” per descrivere fedelmente lo stato attuale del controllo.

L’unilateralismo militare statunitense dell’ultima decina d’anni non è di per sé in contraddizione con l’idea che il potere, più che risiedere oggi nella mani dei Presidenti dei grandi Stati e in quelle dei CEO delle grandi aziende, sia frantumato in un apparato tecnico – informatico di controllo.

Nel mondo contemporaneo il potere opera anonimamente e attraverso la mediazione dell’informazione attraversa e trasforma le relazioni sociali in una rete che è contemporaneamente umana e artificiale, o materiale. Si tratta quindi di comprendere la natura materiale della Sovranità

La rete non è affatto libera né interamente centralizzata. In un rete decentralizzata però il potere non è equamente distribuito.

capitalismo e schizofrenia

Se Foucault riveste certamente un ruolo decisivo nello sviluppo della analisi del potere, è altrettanto vero che la carenza ontologica del suo pensiero sviluppato solamente nella direzione di un epistemologia del potere / sapere non ci aiuta a dire che tipo di potere sia presente. Anche il cosiddetto secondo Foucault, nonostante i tentavi di ri-costruire una certa parvenza di soggetto, di individualità alla quale aggrappare il gioco del potere, non sfugge alla critica.

Dal punto di vista del potere ( e come si è detto altrove, da quello dell’informazioni) le reti sociali e le reti informatiche non sono affatto distinte. Entrambe di per sé non sono altro che una molteplicità di nodi che interagendo tra loro hanno effetti di realtà nel sistema – universo.

La rete non offre alcuna garanzia che tali relazioni siano democratiche, né che il potere tra i nodi sia equamente distribuito. Anzi, sembra suggerire esattamente l’opposto.

La situazione internazionale di quest’anni è metaforicamente simile alla lotta per il potere nel mondo di Internet. In entrambi è presente un conflitto globale e ininterrotto tra diverse fazioni di attori, o popolazioni di nodi, o coalizioni di compagnie private, o di interessi di gruppi di cittadini. Le dinamiche politiche sono oggi estremamente differenti da quelle delle decadi precedenti.

Viviamo oggi in un regime bellico di reti che combattono altre reti grazie al potere della rete.

Dal punto di vista della rete, il mondo Occidentale ha creato le condizioni di possibilità per lo sviluppo del terrorismo internazionale che emerge come nodo, Assemblage o meccanismo, fenomeno insomma delle recenti relazioni tra le di diverse parti.

Multi-livelli di conflitto

Nel mondo contemporaneo accanto a blocchi di potere che combattono avversari (il che è sempre stato), abbiamo blocchi di potere che lottano contro gli alleati e tengono a bada gli insorti. Ma in questo universo in cui multilivelli di conflitto coesistono, non tutte le reti sono uguali.

Instabilità permanente

Piuttosto la dinamicità della rete garantisce una situazione d’interna instabilità permanente. Il potere nella rete è additivo e non esclusivo.

Con il tempo, i libri di storia reciteranno: “Google il 15 Agosto 2011 decise di non incendiare la sede di Apple né quella di Microsoft ma di acquistare Motorola per 12,5 miliardi di dollari dichiarando così aperta la battaglia per la telefonia mobile nella guerra per il controllo tecnologico mondiale”.

Tale additività è confermata dalla dialettica tra due opposte tendenze: da un lato, il potere radicalmente distribuito e moltiplicato localmente, dall’altra il potere compiuto di rigide gerarchie predeterminate.

La rete crea le condizioni di possibilità per l’emergere di nuove forme di controllo che moltiplicano la sovranità senza eliminarla.

Foucault tabella tipi di potere

Nel tentativo di dare un ultimo sguardo d’insieme e di ricapitolare quanto qui sparsamente detto, riporto in calce una tabella che fornisce il panorama foucaultiano dei diversi tipi di realtà sociale e di potere (la tabella è reperibile nella pagina web accademica del Prof. John Protevi, Luisiana State University, come strumento didattico destinato ad allievi e ricercatori).

noopolitica

meccanismi di potere foucault

Si confronti questa mia slide, preparata per una lezione di presentazione del concetto di Panopticism (attualmente scaricabile da slideshare.com) presso l’università di Sydney.