In questo articolo, seppure brevemente, proveremo ad affrontare due grandi tematiche: il ruolo che i media hanno all’interno della vita dei giovani e la costruzione di relazioni in rete, compreso l’utilizzo della rete per le attività connesse alla sfera dell’intimità.
Sia per quanto riguarda i media sia per quanto riguarda le attività sessuali (OSA) che i giovani possono compiere in rete, la maggior parte delle visioni e dei punti di vista della letteratura sono catastrofici. Tante ricerche presentano una lettura superficiale del tema, dividendo le pratiche in “giuste” o “sbagliate” riportando così alla classica polarizzazione tra apocalittici ed integrati presentata da Eco (1964). I discorsi sui rischi in rete sono onnipresenti nelle ricerche riguardo i giovani e i media. Gli adolescenti, ma soprattutto le ragazze, sono viste delle “prede facili” in balia di sconosciuti che possono trovare in rete. Non sono ritenute in grado di difendersi da sole e incapaci di destreggiarsi su queste piattaforme senza incappare in rischi.

Cosa sono le OSA?

In letteratura, le varie attività che coinvolgono la sessualità vengono chiamate online sexual activities (OSA). Nel 2011 sono state suddivise da Shaughnessy in: non-aurosal activites ovvero ricerca di informazioni legate alle sessualità, quindi senza lo scopo di provare piacere. Solitary arousal activity: visione di materiale esplicito, in solitaria e che non prevede l’interazione con altri individui. Partners-aurosal activities: in questa categoria ritroviamo per esempio sexting o cybersex, sono attività connesse al piacere che, a differenza delle solitary aurosal activity, prevedono l’interazione di un altro soggetto.

Sessualità ed internet

Su questo argomento è sempre campeggiato un allarme collettivo associato ad un panico soprattutto dal punto di vista morale. Il web, infatti “non si limita a favorire una tale inedita e diffusa conoscenza collettiva intorno alle cose del sesso, ma vi associa anche la possibilità di venire in contatto con ambienti e situazioni in cui poter sperimentare in concreto quanto si è appreso”. Tra il 1970 e il 1980, come ricostruisce Atwood, i discorsi sul sesso e i media si concentravano attorno all’oggettificazione. In particolare, gruppi di femministe ritenevano che la pornografia fungesse da propaganda per incitare la violenza su donne e bambini.

Con il passare degli anni, gli studi hanno iniziato ad accumulare più̀ dati ed esperienze dirette, ad avere quindi una base più empirica.  Nonostante questo, hanno continuato su una linea che tendeva alla polarizzazione di ciò che è positivo e negativo della sessualità in internet. È doveroso fare un focus sulle ragazze, in quanto la visione che il corpo femminile debba rimanere puro porta a definire le ragazze attive sessualmente come immorali e sporche. Questo implica una visione sociale che la forma ideale di femminilità come pura e sottomessa. Questa visione è chiaramente applicabile anche ai social network, il corpo femminile online è costantemente commentato, criticato e giudicato.

Conoscere persone online

I device mobili fanno ormai parte della vita quotidiana di tutti. Tra i giovani particolarmente, è difficile trovare qualcuno che lasci il cellulare a casa o se ne separi per qualche giorno. Infatti è uno strumento fondamentale per rimanere in contatto con la propria rete di amicizie. Livingstone ha ribattezzato questa generazione la generazione always on, infatti “è sempre connessa grazie alle tecnologie come gli smartphone, alla rete wifi e gli abbonamenti dati più accessibili. Come dimostrato anche da Livingstone e Bober l’utilizzo di piattaforme online risulta utile soprattutto nel cosiddetto ampliamento mediato. Con questo termine si intende l’approfondimento e il consolidamento di conoscenze che avvengono in prima istanza con modalità di interazione faccia a faccia. È così che la realtà e il mondo online non possono più essere considerate due entità distinte, ma due spazi che entrano in convergenza tra loro e uno influenza l’altro.

Basandosi su una ricerca del 2015 condotta da Scarcelli gli sconosciuti che si incontrano in rete sembrano essere poco interessanti per i giovani che invece ne hanno qualche timore. Non sono infatti infrequenti le richieste di amicizia da parte di sconosciuti o sconosciute, spesso più grandi, questo accade maggiormente alle ragazze. Oggigiorno di piattaforme per conoscere persone online ce ne sono parecchie, basti pensare a “Tinder”. Nata appositamente per il sopracitato motivo, l’allarme collettivo sembra essersi un po’ placato tra i giovani anche se campeggia comunque l’idea che sia una piattaforma dove non ci si può fidare molto delle persone che ci si trovano e delle intenzioni che hanno. Nel momento in cui ci si iscrive alla piattaforma si è consapevoli dei rischi che si possono correre. Questo porta gli utenti ad adottare degli accorgimenti e ad utilizzarla con la giusta precauzione.

Le relazioni online

Gli adolescenti ammettono di comunicare principalmente con un numero ristretto di utenti che spesso sono proprio le persone che conoscono e frequentano nella vita quotidiana. Questa dinamica può portare a pubblicare con leggerezza contenuti sui propri canali pensando che i destinatari siano gli amici stretti dimenticando magari di come la rete possa essere invece una vetrina per molte più persone e in questo caso possono accadere due cose: la sovrapposizione di pubblici descritta da Goffman (1969) e l’ampliamento del pubblico ricevente, più ampio magari di quello pensato in prima istanza dalla persona che pubblica. Queste due dinamiche possono avere ripercussioni sulla vita quotidiana dei giovani e nei rapporti amicali o romantici di questi.

Relazioni romantiche

Per quanto riguarda invece le relazioni romantiche il discorso si fa differente. Essendo i social, come ribadito sopra, un’estensione della vita quotidiana, è inevitabile che siano argomento di discussione anche quando si parla di relazione sentimentali. Per quanto riguarda il sentirsi con la persona con cui si ha una relazione, i social non sono utilizzati o al massimo vengono utilizzati per mandare meme o dei post in particolare ma da questo punto di vista si utilizzano come li si utilizzerebbe con un amico qualsiasi.

Il discorso diventa più complicato e controverso quando si parla di “controllare” le attività del/della partner. Non c’è una risposta univoca, ciò che è evidente è che allo stesso modo dei rapporti amicali, determinate relazioni che può avere il partner o la partner sui social network possono portare a discussioni nella vita quotidiana. Anche alla fine di un rapporto i social giocano sempre un ruolo importante, la possibilità infatti di “controllare” ciò che il proprio o propria ex partner continua a fare può creare malumori e la una difficoltà a “voltare pagina”. Spesso inoltre, il continuum tra vita offline ed online si vede anche alla fine di una relazione, come termina quella offline può terminare anche quella online.

Attività connesse alla sfera sessuale

Il sexting è descritto come “lo scambio di messaggi o immagini a sfondo sessuale” e il “creare, condividere, inoltrare immagini di nudo o seminudo” queste immagini e messaggi vengono scambiati attraverso telefoni, tablet o computer. Il sesso virtuale si distingue dal sexting per l’utilizzo della webcam e quindi non è sotto forma di messaggio ma di videochiamata. Le ricerche riguardo al sexting o comunque allo scambio di materiale sessualmente esplicito, riportano un timore che fa da filo conduttore, ovvero la paura della condivisione non consensuale di materiale intimo. Questa pratica consiste nel divulgare del materiale intimo a terze persone senza il consenso della persona ritratta.

Purtroppo, in Italia abbiamo molti esempi di casi di questo tipo, soprattutto negli ultimi anni, basti pensare alla vicenda della maestra di Torino venuta alla luce nel gennaio 2021. Questo reato viene chiamato “revenge porn” anche se spesso non c’è un movente di vendetta alla base di questo gesto.

Victim blaming

Quando avvengono questi episodi, si fa molto victim blaming ovvero la pratica sociale per cui la vittima viene colpevolizzata per il reato subito. Il classico “se lo è andato a cercare“. Questo porta ad  una narrazione sbagliata dell’accaduto che sposta il focus dal vero problema della questione, che non ha nulla a che vedere con la persona che ha inviato una tal foto. Di conseguenza le ragazze (l’81% delle vittime è donna) non si sentono tutelate in una pratica che di base non ha nulla di sbagliato.

Soprattutto negli ultimi anni, che i contatti tra persone sono stati ridotti al minimo, questo fenomeno sta riemergendo in modo non indifferente. A novembre del 2020, dei 718 reati denunciati, l’81% hanno riguardato vittime di sesso femminile (per l’83% maggiorenni e per l’89% italiane).

Conclusioni

Ciò che emerge dalle ricerche recenti è che, a differenza di come il pensiero comune porta a pensare, i giovani non sono in balia degli eventi che accadono su internet, non sono spettatori passivi ma sono in grado di destreggiarsi e limitarsi sui social media. Ciò che magari si può dimenticare è che le nuove generazioni sono nate con questi strumenti e non hanno dovuto imparare dei nuovi paradigmi scardinandone altri. Ci sono cresciuti insieme e questi li hanno accompagnati dal momento in cui sono venuti al mondo. Ancor di più che per le generazioni precedenti lo spazio virtuale e lo spazio reale si uniscono in un continuum, non è quindi per loro insolito fare conoscenze in rete o approfondirle.

I social media sono quindi fortemente presenti anche all’interno delle relazioni che si instaurano ogni giorno.
Quando si inizia una relazione i social sono parte integrante di essa. Da parte delle adolescenti sono considerati quasi alla stregua dei diari e quindi la condivisione della propria storia sui social network è parte anch’essa della relazione stessa.

È doveroso comunque ricordare che, nonostante siano cresciuti con questi mezzi e che li sappiano utilizzare in modo più appropriato degli adulti, ciò non toglie che come veniamo educati nella vita quotidiana, c’è bisogno di un’educazione anche per una vita online. Questo mondo è infatti ormai sempre più presente, ed è impensabile non considerarlo integrato alla vita quotidiana, necessita quindi di un’educazione sia dal punto di vista delle relazioni, che si possono instaurare in rete sia dal punto di vista di pratiche sessuali che si possono svolgere in rete. Diventa fondamentale assicurarsi che alla base di qualunque azione una persona possa svolgere in rete, alla base ci siano sempre consapevolezza e rispetto.

FONTI

Riva C., Scarcelli CM, Giovani e media, temi prospettive e strumenti, McGraw-Hill education, 2016

Stella R., Corpi virtuali, una ricerca sugli usi erotici del web, Mimesis,
2016

Scarcelli CM., intimità digitali, McGraw hill-education, 2015

AUTRICE

Sono Greta Speca, laureata in comunicazione presso l’Università degli studi di Padova, ho deciso di proseguire il mio percorso di studio presso l’istituto salesiano IUSVE. Sono una ragazza molto dinamica, mi piace la vita all’aria aperta e mi piace cimentarmi in attività nuove, soprattutto in montagna.