L’evoluzione della tecnologia digitale ha portato all’emergere di un concetto affascinante noto come Metaverso.
Definire il Metaverso non è semplice, ma possiamo considerarlo come una realtà virtuale condivisa tramite internet, in cui gli individui sono rappresentati da avatars in 3D.
Il termine è stato coniato da Neal Stephenson nel 1992, ma oggi il Metaverso rappresenta un “gemello digitale” del mondo reale, in cui gli utenti interagiscono utilizzando la realtà virtuale.

Considerando il Metaverso come il “Nuovo Mondo” del XXI secolo, si prospettano immediati orizzonti di progresso, che il business non scorda di sfruttare.
Vista l’ormai diffusa attenzione nei confronti dell’ecologia e delle sostenibilità, in molti hanno pensato di poter trovare un’ottima soluzione alle emergenze ambientali calandosi in questo luogo dalle promesse apparentemente vincenti.
Il concetto di Metaverso come frontiera sostenibile si basa dunque sulla combinazione delle caratteristiche intrinseche a questa nuova realtà che, costruendosi totalmente online, soddisfa molte esigenze legate alla sostenibilità cui il mondo fisico non riesce rispondere.

Trattando più in profondità tale argomento emergono principalmente due macro aree entro cui si può parlare di sostenibilità: quella ambientale e quella sociale.

Sostenibilità ambientale
Partendo dalla prima il fattore sostenibile più logico e facilmente intuibile legato al Metaverso è sicuramente la diminuzione delle emissioni di gas serra legate agli spostamenti fisici.  In questa realtà infatti, le persone possono incontrarsi e lavorare senza dover viaggiare, contribuendo così a una riduzione dell’impatto ambientale legato ai trasporti.
Su questa frontiera si possono elencare diversi casi studio che ne dimostrano l’efficacia; primi fra tutti, nel territorio circostante, troviamo l’azienda veronese Ferroli (settore del comfort domestico).
Deciso ad accelerare la sostenibilità Ferroli ha lanciato il progetto Metaverso@Ferroli, riducendo le emissioni di CO2 derivanti dagli spostamenti dei dipendenti, attraverso l’utilizzo di riunioni virtuali.
Il progetto è stato realizzato con Lenovo e Hevolus Innovation sulla piattaforma hVerse, andando a creare uno spazio virtuale per meeting e collaborazioni, con una sala museale e una conference room. Il tutto facilmente accessibile tramite browser e smartglasses Lenovo.
La partnership con Hevolus, inoltre, ha già portato benefici, come l’utilizzo della realtà aumentata per i sopralluoghi virtuali, eliminando un ulteriore motivo di spostamento.
Il Metaverso@Ferroli coglie al volo l’opportunità offerta dal “Nuovo mondo”, ottenendo un progetto che risponde alla logica win to win; portando beneficio sia all’azienda che ai dipendenti, ma soprattutto all’ambiente.

Un altro esempio che deve essere preso in considerazione è la prima digital fashion week che ha fatto la sua comparsa il 24 Marzo del 2022.
Quest’ultima ha implementato diverse strategie e pratiche sostenibili tra cui modelli e abbigliamento virtuale nonchè utilizzo di energie rinnovabili; gettando le basi per una modalità di erogazione e fruizione di fiere ed eventi che potrà essere adattata a molte altre categorie di mercato.
La riproduzione di modelli virtuali ha ridotto il bisogno di trasferimenti di persone e il consumo di risorse associate ai viaggi, come i voli aerei e le automobili. Allo stesso modo l’abbigliamento virtuale riduce la necessità di produzione di vestiario fisico, che richiede risorse come tessuti, acqua ed energia, senza dimenticarsi di tutto il relativo fattore logistico.
Inoltre attraverso un approccio completamente digitale, ha evitato la necessità di allestire spazi fisici per le passerelle e per gli eventi correlati, comportando un ulteriore risparmio significativo in termini di energia e materiali utilizzati per la costruzione e l’illuminazione degli spazi fisici.

Infine il fenomeno del retail nel Metaverso si prospetta come il futuro trend del mercato, a cui i grandi Brand non vogliono in alcun modo sottrarsi.
Tra i molti, United Colors of Benetton ha aperto uno store virtuale chiamato PlayChange su Roblox, dove i visitatori possono esplorare l’ambiente circostante e partecipare a giochi per ottenere sconti sui prodotti.
Nike ha creato il mondo virtuale Nikeland su Roblox e ha acquisito RTFKT Studios, un marchio specializzato nella vendita di oggetti da collezione legati ai videogiochi.
Spostandosi dal mondo del fashion a quello della GDO, Walmart ha depositato nuovi marchi che indicano la sua intenzione di produrre e vendere beni virtuali, comprese criptovalute e token non fungibili; e, su questa scia, anche Carrefour vanta terreni virtuali in un videogioco chiamato Sandbox per organizzare eventi o lanci di prodotti.
Insomma un panorama ricco di potenzialità ed opportunità che tra NFT e Criptovalute andrà a dettare le dinamiche di una nuova realtà intangibile, che secondo Emergen Research, in meno di dieci anni arriverà a valere mille miliardi di dollari. Infatti se nel 2020 il mercato del Metaverso valeva circa 48 miliardi, si arriverà a superare gli 800 miliardi nel 2024, per poi salire con un ritmo di crescita di oltre il 40% all’anno.
Tutto questo fervore viene spiegato da Frank Chaparro, redattore capo della rivista di criptovalute “The Block”, che sostiene che gli NFT e il Metaverso potrebbero essere paragonati agli albori dell’eCommerce, a metà degli anni ’90. Ecco perché le aziende non si lasciano sfuggire quella che potrebbe essere la prossima rivoluzione del mondo del business.

Sostenibilità sociale
La seconda macroarea riguarda l’accessibilità e l’inclusività offerte dal Metaverso. Secondo un rapporto del World Economic Forum, questo mondo virtuale può abbattere le barriere geografiche e sociali, consentendo a persone provenienti da diverse parti del mondo di partecipare e interagire. Ciò favorisce una maggiore inclusione sociale e promuove l’uguaglianza di accesso alle opportunità.
Di questo si è discusso durante l’AWE 2022 (Augmented World Expo) si è evidenziata la potenzialità di coinvolgere allo stesso modo le persone vulnerabili e quelle soggette ad emarginazione.
Un chiaro esempio è riportato dall’esperienza delle virtual school e dalle conseguenze della modalità di fruizione mista esperita in tempo di pandemia, che, essendo risultata vincente, ha contribuito a portare l’attenzione su questo modalità.
Durante il Covid-19, l’istruzione ha subito interruzioni significative, portando molti a cercare soluzioni come piattaforme educative. A tal proposito la Corea del Sud ha sperimentato con successo un modello educativo misto. L’istituto KAIST ha offerto lezioni in tempo reale tramite Zoom e lezioni preregistrate, creando una combinazione di contenuti in tempo reale e on-demand che è stata ben accolta dagli studenti.
L’esperienza del KAIST è da sottolineare in quanto ha portato all’idea di creare un campus virtuale Kenya-KAIST, che aprirà entro settembre 2023.
Questo campus virtuale utilizzerà le ultime tecnologie digitali per offrire un’esperienza di apprendimento coinvolgente, riducendo anche la necessità di viaggiare fisicamente al campus e il divario educativo, permettendo l’accesso a chiunque ne abbia interesse, in qualsiasi parte del mondo si trovi.
Tra le altre possibilità creative offerte dal metaverso e da queste virtual schools sono sicuramente da denotare esperienze di apprendimento immersivo in cui gli studenti possono essere trasportati in ambienti virtuali che rappresentano luoghi storici, scientifici o culturali, consentendo loro di esplorare e interagire con il contenuto di apprendimento in modo realistico.
Come è emerso chiaramente dal periodo pandemico inoltre la collaborazione e l’interazione tra studenti viene facilitata; consentendo loro di lavorare insieme su progetti, risolvere problemi e condividere idee all’interno di un ambiente virtuale.

Le due facce della medaglia
Se da un lato il Metaverso sembra presentarsi come il Paradiso terrestre in cui Matelda ci attende lieta, adottare uno sguardo più critico ci permette di cogliere da subito le evidenti falle nel sistema.
Frank Knight e Jhon Keynes nella dissertazione del 1916 “Risk, uncertainty and Profit” sottolineano la diretta proporzionalità fra la complessità del reale e i conseguenti problemi; questo perché non c’è mai solo un problema, ma una rete di problemi collegati fra loro. Si parla di multi-problema, i cui processi sottostanti agiscono su scale sia geografiche sia temporali (multi-scala). Quest’ottica è utile per comprendere come in un mondo estremamente complesso e ancora sconosciuto, quale il Metaverso, i potenziali rischi aumentino in modo proporzionale e non coinvolgano più solo il mondo fisico, ma si realizzino nel loro duplice effetto reale e virtuale.

Così per quanto possa diminuire le emissioni dei gas serra, è bene considerare da subito il principio secondo cui per creare nuove frontiere immateriali, volenti o nolenti, produciamo sempre nuovo materiale che si interpone fra noi e i nuovi mondi.
Basti pensare alla realtà aumentata che per consentirne l’accesso detta l’imperativo dei visori; richiedendo consumo energetico, processi chimici e utilizzo di risorse naturali per la produzione. Elementi tutt’altro che trascurabili in termini di impatto ambientale.
A questo, considerando il rapido avanzamento del settore tecnologico, bisogna aggiungere la necessità spesso e volentieri di rimpiazzare dispositivi causa obsolescenza, generando una moltitudine di rifiuti elettronici; secondo i dati del Global E-waste Monitor 2020 delle Nazioni Unite, nel 2019 sono state generate 53,6 milioni di tonnellate metriche di rifiuti elettronici in tutto il mondo e si prevede di superare i 74 milioni entro il 2030.
Infine le piattaforme di realtà virtuale richiedono una notevole quantità di energia per mantenere l’elaborazione dei dati. Infatti i server potenti e i sistemi di raffreddamento necessari per sostenere l’immensa mole di dati generati dal Metaverso contribuiscono a un elevato consumo energetico, aumentando l’impronta di carbonio complessiva.
La costruzione di centri dati e infrastrutture di rete per supportare l’archiviazione e la trasmissione di questi ha inoltre un impatto significativo in termini di distruzione di aree naturali e utilizzo di risorse materiali e umane.

Cosa fare?
Da questo panorama emerge chiaro che al momento non esistano ancora programmi specifici volti a migliorare l’impatto ambientale del Metaverso, considerato in uno stato perlopiù embrionale.
Tuttavia, si cominciano già ad ipotizzare alcune iniziative da implementare per affrontare tali questioni: prima tra queste è la sfida a costruire nuovi data center alimentati da fonti di energia a basso impatto ambientale.
Tra i grandi nel mercato, Google ha annunciato il suo impegno a far funzionare i propri centri con energia senza carbonio entro il 2030, mentre Microsoft si è posta l’obiettivo di raggiungere lo stesso risultato entro il 2025.
Altre grandi aziende come Apple e Amazon hanno implementato impianti solari nelle loro strutture e attraverso l’acquisto di energia rinnovabile sono in grado di alimentare completamente le loro operazioni con fonti pulite.

Ad oggi quanto si può dire riguardo il dualismo Metaverso-sostenibilità è che sarà sicuramente un’interessante sfida; questo nuovo mondo possiede di certo tutte le caratteristiche necessarie a renderlo una frontiera sostenibile.
Dove tenderà l’ago della bilancia non verrà però deciso solo e unicamente dalle grandi aziende. Il Metaverso ci coinvolge anche questa volta in modo attivo e diretto: sarà infatti fondamentale che anche gli utenti finali, ovvero noi e i nostri avatar, esercitino pressione sui debiti enti per adottare pratiche sostenibili.
Se il Web 3.0 è davvero così costumer-centrico quanto ci è dato a credere avremo lieta conferma di poter esser parte attiva del cambiamento, tingendo questo nuovo meta-mondo di un Green consapevole.

Bibliografia e sitografia:

  1. “Exploring the Potential of the Metaverse” – World Economic Forum
  2. “How the Metaverse Can Drive Sustainability Innovation” – Harvard Business Review
  3. Sakai, J.M. Keynes Versus F. H. Knight: Risk  probability and Uncertainty, Vol.18, Springer, Singapore 2019, p.407
  4. https://www.esg360.it/digital-for-esg/ridurre-la-co2-grazie-al-metaverso-ferroli-pioniera-nel-mondo-del-comfort-domestico/
  5. https://www.agendadigitale.eu/scuola-digitale/il-metaverso-entra-anche-nelleducation-sfide-e-opportunita/
  6. https://www.economyup.it/retail/metaverso-11-esperienze-nel-retail-per-sperimentare-un-nuovo-modo-di-interagire-con-i-clienti/
  7. https://www.ninjamarketing.it/2022/01/17/walmart-entra-nel-metaverso/
  8. https://www.pegasoftsrl.it/quanto-e-sostenibile-il-metaverso/#:~:text=Secondo%20l’Ethereum%20Energy%20Consumption,trasforma%20in%20un%20problema%20ambientale.
  9. https://www.emergenresearch.com/

Autrice:
Mi chiamo Alessia Cristini, nata e cresciuta a Verona, ho frequentato il Liceo Classico e mi sono laureata in Scienze della Comunicazione.
Attualmente sto frequentando la magistrale in Web Marketing & Digital Communication.
Sono appassionata di letteratura, arte e innovazione. Trovo estremamente stimolante esplorare nuove sfide e opportunità nel mondo digitale in cui spero di operare a livello professionale in futuro.