L’emergenza dei Social Network e la Rivoluzione Digitale 

Lo sviluppo di internet e la nascita dei social network, sono stati due fenomeni che hanno causato un grosso impatto nella società, provocando una rivoluzione digitale. Un processo storico che grazie all’evoluzione di internet e del sistema informatico, ha determinato un cambiamento delle strutture sociali, culturali, economiche e comunicative in un lasso di tempo molto breve. Il digitale ha così guadagnato spazio nelle nostre vite con grande rapidità, diventando una parte fondamentale dello stile di vita moderno. Hanno creato una vera e propria rivoluzione nel nostro modo di relazionarci, di presentare noi stessi e di conoscere gli altri ed è ormai impossibile ignorare l’impatto che questi strumenti hanno sulle nostre abitudini. Usiamo i social per cercare informazioni, per risolvere problemi, per fare delle scelte, per muoverci più liberamente all’interno della società, allargando i nostri orizzonti e annullando le distanze.

Inoltre al giorno d’oggi sappiamo esattamente tutto sempre!, grazie ai social possiamo diffondere pensieri, riflessioni, condividere foto e video in tempo reale, che possono raggiungere qualunque luogo o persona. Mentre prima il rancore, l’indignazione e i momenti privati, rimanevano all’interno della famiglia, dell’ambiente lavorativo o scolastico, per poi solo in un secondo momento diffondersi al di fuori di essi.

L’Influenza dei Social Network sulla Salute Mentale 

 Al giorno d’oggi siamo sempre più connessi al mondo virtuale e sempre meno a noi stessi!; usiamo lo smartphone per tranquillizzarci, per intrattenerci e per rassicurarci non appena ne abbiamo bisogno, per evadere così momentaneamente dai nostri problemi. Sherry Turkle psicologa e sociologa americana, ha definito questo effetto con il nome di “The Goldilocks Principle“. L’individuo si sta abituando a vivere insieme, ma allo stesso tempo solo, in quanto l’iperconnettività può sostituire le interazioni faccia a faccia, portando a un senso di isolamento reale. Questa solitudine può avere un’impatto sulla nostra salute mentale, aumentando i sintomi di depressione, ansia e stress, poiché perdiamo il supporto sociale di cui abbiamo bisogno. Per questo secondo Turkle i social non soddisfano un bisogno di socialità, ma la necessità di conoscere qualcuno in modo “controllato”.  Al giorno d‘oggi il controllo ha assunto grande importanza, in quanto tendiamo a personalizzare la nostra vita e a presentarci sulle piattaforme esattamente come vorremo essere visti, correggendo e modificando il nostro viso o ritoccando la nostra voce. Questo non permette però la creazione di legami e relazioni, perché i social sono diventati “una libera raccolta di legami deboli” e di sociale non è ormai rimasto più nulla.

L’Always On e i Rischi della Dipendenza da Social Network

Secondo Sherry Turkle, ci troviamo quindi nell’era dell’Always on. Le persone sono sempre più connesse ai loro dispositivi digitali, i quali possono provocare effetti negativi sulla salute mentale e sulle relazioni interpersonali. Questa sempre attiva presenza online ci ha portato a un mondo in cui siamo sempre raggiungibili, sempre disponibili, ma al contempo spesso distanti dagli altri. La paura di non essere sicuri che qualcuno ci stia leggendo o ascoltando, provoca in noi una sensazione di solitudine, ci sentiamo abbandonati, senza identità e esclusi dalla vita sociale che ci circonda.

Se da un lato i social media accrescono in modo significativo le nostre opportunità di interazione, ci offrono la possibilità di utilizzarli come strumenti di informazione, come veicoli di messaggi sociali e come strumenti di ispirazione; dall’altro questa costante esposizione a una realtà filtrata e spesso idealizzata ha portato ad un aumento dei sintomi di ansia, depressione e stress, alimentando fenomeni come l’effetto FOMO (Fear Of Missing Out) e l’Internet Addiction Disorder (IAD).

L’Effetto FOMO

I social media, spesso al centro dell’Always On, possono amplificare il senso di inadeguatezza e generare ansia e stress. La cultura dell’effetto FOMO, spinta dalla costante esposizione a vite apparentemente perfette, ha contribuito all’ansia da confronto e all’insicurezza personale. Le immagini filtrate e le rappresentazioni idealizzate hanno creato un divario tra la realtà e la vita online, aggravando i sintomi depressivi.

La FOMO, dall’inglese “fear of missing out”, significa letteralmente paura di essere tagliati fuori”. Il termine fu coniato dall’imprenditore e studioso americano Patrick McGinnis, il quale lo utilizzò per la prima volta nel suo articolo intitolato “Social Theory at HBS: McGinnis’ Two FOs”, articolo pubblicato sulla rivista “The Harbus” della Harvard Business School nel 2004. Nel suo libro Fomo sapiens, McGinnis lo definisce come “lo stato d’ansia provocato dalla percezione, spesso acuita da social network. È la pressione sociale derivante dalla consapevolezza che resteremo tagliati fuori o esclusi da un’esperienza collettiva positiva o memorabile”.

La FOMO in psicologia può essere definita come una nuova forma di ansia, depressione e stress, provocata dall’utilizzo massiccio delle piattaforme, tanto che può essere chiamata “digital FOMO”. I social media sono diventati “il palcoscenico virtuale delle vite degli altri” e un’enorme amplificatore di questo fenomeno. Ogni momento, dall’ordinario all’eccezionale, viene condiviso con il mondo. Eppure, mentre siamo spettatori di questa costante rappresentazione, siamo guidati da una sorta di FOMO digitale. La paura di non essere presenti in un momento importante o di non essere aggiornati su ciò che accade, diventa un motore che spinge l’individuo a scrollare senza fine, cercando compulsivamente di rimanere in sintonia.

Come il FOMO Alimenta l’Inadeguatezza e l’Ansia Sociale

Il FOMO è strettamente legato alla cultura del confronto sociale. Vediamo le vite degli altri attraverso una “lente distorta”, ignoriamo le sfide e concentriamo la nostra attenzione solo sugli aspetti positivi che osserviamo da un semplice post, mettendoli a confronto con la nostra vita. Questa incessante corsa verso la parità o il superamento degli altri, può innescare sensazioni di inadeguatezza, creando un circolo vizioso di insoddisfazione e ansia. Siamo perennemente assuefatti dal pensiero costante che gli altri stanno vivendo vite più interessanti o soddisfacenti, rispetto alla nostra. Per questo i ragazzi per paura di perdere le esperienze “fermandosi”, vivono una sorta di frenesia con impegni sociali continui, così da poterli condividere sui social.

 

 

In conclusione, il FOMO è un riflesso dell’era digitale, una conseguenza dell’iperconnessione e dell’esposizione costante alle vite altrui. È necessario sperimentare la vita al nostro ritmo, abbracciando la gioia delle scelte che facciamo e coltivare rapporti significativi; queste sono le chiavi per “combattere” la FOMO e godere di una vita autentica e soddisfacente.

L’Internet Addiction Disorder (IAD)

Nell’era in cui il mondo virtuale si intreccia con la realtà, l’Internet Addiction Disorder (IAD), noto anche come dipendenza da internet (fondato da Goldberg nel 1995), emerge come un tema di risonanza sempre maggiore. Mentre il mondo digitale ci offre innumerevoli opportunità di conoscenza, connessione e intrattenimento, siamo anche esposti ai rischi dell’eccessiva esposizione e della perdita del controllo. Ma cosa è esattamente l’IAD e quale impatto può avere sulla nostra vita quotidiana?

Al giorno d’oggi nessuno è mai solo con sé stesso, si è costantemente connessi, perennemente raggiungibili. Essendo abituati a vivere in questo mondo, anche staccarsi dal cellulare per poche ore può causare nervosismo e/o stress. Uno studio scientifico ha dimostrato che i social media possono diventare una vera e propria dipendenza. Ricevere commenti positivi, like sotto ad un post o raggiungere un certo numero di follower, attivano un’area del nostro cervello, il nucleus accumbens, rilasciando la dopamina (la stessa molecola coinvolta nella dipendenza da nicotina e cocaina), l’ormone del piacere e dell’appagamento. Per questo l’individuo viene attratto da questa sensazione, trovando sollievo nell’utilizzo della rete e nell’approvazione virtuale. Gli individui colpiti possono sperimentare depressione, ansia, isolamento sociale e bassa autostima.

Come un richiamo irresistibile, l’internet può diventare così un rifugio dal mondo reale, portando a una forma di dipendenza simile a quella da sostanze. L’ansia da separazione, la compulsione a controllare costantemente le notifiche e la perdita di interesse per le attività quotidiane, sono segnali di un’eventuale dipendenza.

Mentre l’era digitale offre innumerevoli vantaggi, l’Internet Addiction Disorder mette in luce il lato oscuro della tecnologia. Riconoscere l’IAD come una reale sfida per la salute mentale, è il primo passo per affrontare questo problema. Attraverso la consapevolezza, la moderazione e il recupero dell’equilibrio tra mondo virtuale e reale, possiamo garantire che la nostra connessione digitale sia costruttiva e non distruttiva per la nostra vita.

Ritrovare l’Equilibrio e la Consapevolezza Digitale

È essenziale riconoscere l’effetto FOMO e la IAD, così da sviluppare strategie per mitigarne l’impatto. Imparare a distaccarsi dai social media periodicamente, concentrarsi sulle proprie passioni e interessi, stabilire priorità e connessioni reali con gli altri, sono passi importanti per ritrovare un equilibrio sano. É fondamentale inoltre riconoscere che dietro ad ogni post c’è una storia complessa, simile alla nostra. Ciò che vediamo sui social media è solo una piccola parte di una vita più grande e complessa. Dobbiamo così imparare a navigare tra le acque turbolente dei social media con consapevolezza e cautela, ricordando che la nostra autenticità e il nostro benessere sono più preziosi di qualsiasi evento, esperienza (che potremmo temere di perdere), delle cifre di like o delle condivisioni.

In definitiva, il legame tra social media e salute mentale è complesso e non può essere trattato con superficialità. Il lavoro di Sherry Turkle evidenzia l’importanza di considerare attentamente il modo in cui viviamo e interagiamo nella società digitale. Mentre i dispositivi e i social media offrono vantaggi inestimabili, è così essenziale riconoscere e affrontare i rischi connessi all’Always On. L’ansia, la depressione e lo stress possono emergere come conseguenze di questa connessione costante, ma attraverso la consapevolezza e la volontà di creare momenti di pausa, possiamo bilanciare il virtuale e il reale, salvaguardando la nostra salute mentale e il nostro benessere.

Biografia

Autore: Maddalena Costerman

Sono Costerman Maddalena, studentessa di 23 anni, laureata in Progettazione artistica per l’impresa presso l’Accademia delle belle arti di Verona. Attualmente frequento il corso magistrale in Web Marketing e Digital Communication presso l’università di IUSVE a Verona; lavoro inoltre come social media manager per alcune attività nell’ambito della ristorazione. Mi definisco una ragazza intraprendente, curiosa ed estroversa.

 

Sitografia

  1. https://www.my-personaltrainer.it/salute-benessere/depressione-da-social-rischi-e-prevenzione.html
  2. https://www.iss.it/documents/20126/0/Internet_addiction_disorder.pdf/433811af-dc6d-a912-cd06-ba7dae611148?t=1648137509671
  3. http://www.psicologia-psicoterapia.it/articoli-psicoterapia/elios-internet-addiction-disorder.html
  4. https://www.unobravo.com/post/fomo-cose-e-come-affrontare-la-paura-di-essere-tagliati-fuori

Bibliografia

Nicolò Cappelletti , Digital Caos. Comprendi l’evoluzione digitale, cogline le opportunità e sviluppa strategie di comunicazione rilevanti e significative, Flaccovio Dario, 2019

Related Posts