Sommario
I social media come nuovo spazio pubblico e politico
C’era una volta un tempo in cui il mondo era diviso da confini geografici e le persone interagivano principalmente nei tradizionali spazi pubblici, come le piazze e le strade. Le relazioni erano circoscritte all’ambiente geografico entro il quale gli individui agivano, la rete di conoscenze era ristretta rispetto alla rete di relazioni che può costruire una persona del ventunesimo secolo, così come la circolazione delle informazioni era limitata.
Cosa cambiò nel tempo per poter sostenere che una persona del ventunesimo secolo, proprio come te, può creare una vasta rete di relazioni e può raggiungere un’immensa quantità di informazioni? Tutto cambiò con l’avvento di Internet e successivamente con la comparsa nella scena pubblica dei social media, i quali trasformarono completamente il concetto di sfera sociale.
Le piattaforme digitali come Facebook, Twitter e Instagram fanno la loro comparsa sulla scena nei primi anni duemila e si trasformano in luoghi virtuali in cui le persone possono incontrarsi, condividere idee e partecipare attivamente alla vita pubblica. I social media diventano un nuovo tipo di spazio pubblico, unendo persone provenienti da tutto il mondo e offrendo una piattaforma per l’espressione individuale e la partecipazione collettiva.
Con un semplice click, le persone possono condividere pensieri, emozioni e opinioni su temi politici e sociali. I confini geografici non sono più un ostacolo, e le informazioni viaggiano istantaneamente da un capo all’altro del globo. Così anche il dibattito politico si sposta dai luoghi fisici alle piattaforme digitali, offrendo una gamma più ampia di prospettive e consentendo a persone di diverse culture e background di interagire e confrontarsi.
Questo nuovo spazio pubblico virtuale consente alle persone di avere una voce, di influenzare l’opinione pubblica e di partecipare attivamente alla sfera politica e sociale. Le piattaforme digitali diventano il terreno fertile per l’organizzazione di proteste, movimenti sociali e campagne politiche. Le persone possono mobilitarsi, raccogliere fondi e sensibilizzare su cause importanti.
Tuttavia, con il passare del tempo, emergono anche delle crisi. La facilità con cui le informazioni vengono condivise sui social media porta alla diffusione di notizie false e disinformazione, fino ad arrivare al sovraccarico di informazioni, le persone possono essere facilmente influenzate da contenuti manipolati, e la polarizzazione politica diventa sempre più evidente, data dal fatto che sovente chi naviga su queste piattaforme non approfondisce la veridicità delle informazioni con cui entra in contatto, ma si fa trasportare dal flusso informativo in maniera passiva. Talvolta, il dibattito online si trasforma in un campo di battaglia in cui le opinioni si scontrano violentemente, creando divisioni e tensioni nella società.
Social media e partecipazione politica, costruzione del consenso
È dunque semplice intuire che i social media hanno avuto un impatto significativo sulla costruzione del consenso politico nella società contemporanea. Queste piattaforme digitali hanno
trasformato radicalmente il modo in cui le persone si impegnano e partecipano alle questioni politiche, fornendo nuovi strumenti e opportunità per influenzare l’opinione pubblica.
Una delle principali caratteristiche dei social media è la loro capacità di consentire alle figure politiche di raggiungere direttamente un vasto pubblico, dai più giovani ai più anziani, dal momento che tali piattaforme sono caratterizzate da un target più o meno eterogeneo. Attraverso l’uso di piattaforme come Facebook, Twitter e Instagram, i politici possono comunicare le loro idee, i loro programmi e le loro visioni politiche senza intermediari. Questo accesso diretto offre un’opportunità senza precedenti per coinvolgere gli elettori, presentando messaggi politici personalizzati e rafforzando il legame tra politici e cittadini. Un elemento di assoluta importanza è il fatto che non esiste il silenzio elettorale durante i giorni che precedono le elezioni politiche, infatti la propaganda continua sui social ininterrottamente, bombardando le bacheche di ogni elettore.
I social media offrono anche uno spazio di partecipazione attiva per i cittadini, questa democratizzazione del dialogo politico consente a un’ampia gamma di voci di farsi sentire e favorisce la diversità di prospettive nella formazione del consenso. Inoltre, i cittadini possono organizzare e partecipare a movimenti sociali e campagne politiche online, mobilitando sostenitori e diffondendo messaggi politici con un’efficacia senza precedenti.
Pregiudizi
Tuttavia, l’uso dei social media per la costruzione del consenso nella sfera politica non è privo di sfide. Una delle principali criticità è la diffusione di notizie false e disinformazione. A causa della velocità e della facilità con cui le informazioni si diffondono sui social media, è possibile che contenuti non verificati o manipolati raggiungano un vasto pubblico, influenzando l’opinione pubblica in modi distorti. È fondamentale educare il pubblico a sviluppare un pensiero critico e una capacità di valutare attentamente le fonti di informazione su queste piattaforme.
Un altro aspetto importante da considerare è la formazione di “bolle informative” o “echo chamber” sui social media, in cui le persone tendono a circondarsi di individui e contenuti che confermano le loro convinzioni preesistenti, creando una sorta di eco di idee simili tra loro, che non permettono il contatto con visioni diverse. Questa polarizzazione politica può limitare la comprensione e la collaborazione tra diverse prospettive, rendendo difficile il raggiungimento di un consenso comune su questioni politiche complesse.
Un altro pregiudizio è la tendenza all’auto-selezione delle informazioni. Le persone tendono a cercare e condividere notizie e contenuti che confermano le loro opinioni preesistenti, mentre evitano o ignorano fonti che potrebbero mettere in discussione le loro convinzioni. Questo atteggiamento selettivo limita l’apertura mentale e la capacità di considerare punti di vista diversi, contribuendo alla formazione di idee rigide e al mancato sviluppo di un consenso basato sulla comprensione reciproca. Un ulteriore problema si riscontra nell’utilizzo di argomenti ad hominem e attacchi personali. Spesso, invece di concentrarsi sul merito delle questioni politiche, le discussioni online si trasformano in insulti, diffamazione e demonizzazione degli avversari politici. Questo comportamento ostacola un dialogo costruttivo e favorisce la creazione di divisioni e tensioni nella società.
Ultimo, ma non per importanza è la manipolazione dell’opinione pubblica attraverso l’uso di troll e account falsi. Alcuni attori politici o gruppi di interesse possono creare profili falsi o utilizzare strategie di manipolazione per influenzare il dibattito e creare una percezione distorta delle opinioni prevalenti. Questa pratica mira a manipolare il consenso pubblico e a minare la fiducia nel processo democratico.
Il pregiudizio politico sui social media e probabili soluzioni
Affrontare i pregiudizi politici sui social media richiede un approccio multidimensionale che coinvolga la ricerca scientifica, le piattaforme, gli utenti e le istituzioni governative. Solo attraverso un impegno condiviso per l’innovazione e l’applicazione delle evidenze scientifiche possiamo mitigare gli effetti negativi dei pregiudizi politici e promuovere una sfera pubblica online più informata e democratica. Ti starai chiedendo com’è possibile farlo, per questo abbiamo pensato ad alcune proposte innovative, basate su ricerche sul campo.
Educazione all’alfabetizzazione mediatica, fondamentale per aiutare gli utenti dei social media a sviluppare competenze critiche nella valutazione delle informazioni politiche. Le piattaforme possono offrire programmi di formazione basati su prove scientifiche che insegnino agli utenti come identificare notizie false, comprendere i bias mediatici e valutare in modo critico le fonti di informazione.
Disegno di algoritmi responsabili, gli algoritmi utilizzati dalle piattaforme dei social media possono essere progettati in modo da favorire una maggiore diversità di contenuti politici. Questo può essere ottenuto attraverso l’utilizzo di algoritmi di raccomandazione che espongano gli utenti a opinioni diverse e contrastanti, invece di creare bolle informative. È necessaria una ricerca scientifica continua per sviluppare algoritmi che siano eticamente responsabili e promuovano una sfera pubblica pluralista.
Moderazione basata sull’intelligenza artificiale (IA), la quale può essere utilizzata per identificare e moderare i contenuti politici problematici, come discorsi di odio o propaganda estremista. Algoritmi avanzati di apprendimento automatico possono essere addestrati per rilevare pattern di comportamento indesiderati e limitare la diffusione di contenuti dannosi. Tuttavia, è importante bilanciare l’uso dell’IA con la necessità di evitare la censura e garantire la libertà di espressione.
Coinvolgimento degli utenti nella verifica dei fatti, le piattaforme dei social media possono coinvolgere attivamente gli utenti nella verifica dei fatti e nella segnalazione di contenuti erronei o ingannevoli. Questo può essere realizzato attraverso programmi di segnalazione partecipativa, che consentono agli utenti di contribuire alla verifica delle informazioni e alla costruzione di una comunità online responsabile.
Collaborazione tra ricercatori accademici e piattaforme dei social media, fondamentale per sviluppare soluzioni basate su evidenze scientifiche. Le piattaforme possono fornire accesso ai dati e collaborare con gli studiosi per comprendere meglio le dinamiche dei pregiudizi politici e sviluppare interventi efficaci. Questa collaborazione dovrebbe essere basata sulla trasparenza, sull’etica e sul rispetto della privacy degli utenti.
Infine, una regolamentazione basata sulla ricerca, i governi e le istituzioni possono svolgere un ruolo importante nel garantire la responsabilità delle piattaforme dei social media. La regolamentazione basata su evidenze scientifiche può promuovere la trasparenza, la protezione dei dati personali, la divulgazione degli algoritmi e la lotta contro l’uso improprio delle informazioni politiche. Questa regolamentazione dovrebbe essere basata su una comprensione approfondita delle dinamiche dei social media e dei loro effetti sulla democrazia.
Il nostro scopo è quello che di permettere a te lettore di poter assumere un atteggiamento critico ogni qualvolta, nel tuo viaggio tra Facebook, Twitter ed Instagram, ti troverai ad affrontare tematiche nuove o già conosciute, al fine di allargare i tuoi orizzonti conoscitivi ed implementare la tua cultura politica e non, per poter affrontare serenamente discussioni e dibattiti all’interno di questi nuovi spazi pubblici.
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https://www.rivisteweb.it/doi/10.1445/90699
Biografia
Ciao sono Camilla, studentessa di 23 anni. Il mondo dei social media e del web marketing mi ha sempre appassionata, così come quello della sfera sociale e le relazioni che avvengo in essa. Ho conseguito una laurea in sociologia che mi permesso di collegare temi fra loro apparentemente distanti come le relazioni sociali, politiche e i social media.