Sommario
Introduzione
I social hanno permesso la costruzione di reti di conoscenze e di relazioni che vanno oltre al singolo amico, familiare o vicino di casa. Si è creato un mondo dove tutti possono essere collegati fra di loro e dove tutti possono esprimersi, nei limiti del concesso, in modo libero.
Spesso tale libertà porta anche a trovare un rifugio nell’online dove le persone pensano di potersi liberare riguardo ad azioni, avvenimenti o pensieri che hanno caratterizzato la loro vita ma che non sempre risultano essere conosciuti ad altri, si potrebbe allora parlare di segreti.
Si crea così il bisogno delle confessioni online, un mondo, che fra reale e virtuale innesca relazioni alle volte positive, ma sempre più spesso, negative.
Sherry Turkle, confessioni anonime nell’online
Sherry Turkle, sociologa, psicologa e tecnologa statunitense, in uno dei suoi ultimi libri “Insieme ma soli. Perché ci aspettiamo sempre più dalla tecnologia e sempre meno dagli altri” (in inglese “Alone Together”) tratta di vari argomenti che vanno ad accostare la vita umana a quella delle nuove tecnologie, sia che si parli di robot, sia che si parli di social network o internet.
In questo libro, e specialmente nella seconda parte, dedicata al mondo online, la studiosa prende in considerazione un fenomeno che anche oggi, anche in Italia, vede un buon seguito di utenti in internet, le confessioni online.
La scrittrice prende in considerazione il sito web, di origine americana, “PostSecret“, tuttora attivo, nel quale le persone possono inviare delle cartoline, anche costruite in modi creativi, dove possono raccontare come si sentono, cosa hanno fatto, se hanno commesso errori o se vogliono liberarsi da segreti inconfessati.
La sociologa, avendo studiato anche fenomeni di costruzione di avatar, nel mondo digitale, della propria persona scrive in relazione al fenomeno delle confessioni:
“Quando qualcuno crea un avatar non è sé stesso, però esprime verità importanti su di sé. La confessione online, un’altra zona di rappresentazione che ha luogo su internet, occupa uno spazio intermedio, dove le dichiarazioni possono non essere del tutto vere, ma esserlo abbastanza perché chi le scrive senta di essersi tolto un peso e chi le legge si senta parte di una comunità.” (Turkle S.; “Insieme ma Soli”; p. 281-282).
Con queste parole non si vuole dare per scontato che tutte le confessioni che vengono mostrate in rete siano necessariamente false, ma non si assume neanche il contrario.
Si è davvero sinceri ?
Di fatti mettersi in mostra in tale modo su internet non implica che la persona sia sincera, ma ciò porta comunque a creare un certo tipo di relazione fra chi scrive il proprio segreto e chi lo legge, che innesca un rapporto di vicinanza. Perché è questo che secondo la scrittrice si vuole andare a creare, un senso di presenza e allo stesso tempo di ascolto.
Certamente non sempre ciò avviene in modo positivo, difatti esistono anche molte altre chat anonime di “sfogo” in internet dove le persone possono anche commentare tali segreti e non sempre in modo positivo.
Spesso infatti, con la legittimazione che i social e internet hanno creato in relazione alla libertà di espressione, quello che una persona vuole mostrare come un bisogno di liberarsi, può evolversi in vere e proprie discussioni fra sconosciuti, che commentando, portano sia apprezzamento che critiche, alle volte arrivando inoltre a conclusioni di biasimo e disprezzo.
Confessarsi è un (quasi) sollievo
Un altro aspetto che mette in luce la Turkle è il senso di sollievo che molti scrittori anonimi sperimentano dopo aver scritto la propria confessione e dopo aver letto quelle degli altri. Molti infatti si sentono più a loro agio, anche se hanno scritto segreti inconfessabili da esprimere nel mondo reale, perché anche altri lo hanno fatto. Ci si sente così meno soli perché anche altri hanno fatto scelte sbagliate, hanno portato avanti azioni di cui ci si vergogna (o alle volte di cui non ci si vergogna affatto) o hanno espresso sentimenti e considerazioni di cui ci si pente.
L’anonimato però, dice la sociologa, come si è già appurato, “non ci protegge dall’investimento emotivo” (Turkle S.; “Insieme ma Soli”; p. 286). Quando qualcuno scrive una confessione, pensa di potersi liberare in modo semplice e senza conseguenze, ma la verità è che si sta entrando in contatto con un mondo che diventa giudice di ciò che si mette in mostra in questi siti.
Ognuno spera di poter trovare, nei commenti, altre persone che empatizzino con i propri messaggi e che possano dare un certo tipo di conforto emotivo, capendo la situazione che si va a descrivere in questi piccoli segreti inconfessati. Invece la maggior parte delle volte ci si trova a dover leggere risposte altamente sgradevoli che fanno spesso pentire di aver confessato qualcosa.
L’anonimato, una forma di giudizio
La gente su internet con la scusa dell’anonimato, si relaziona alle confessioni mostrando più cattiveria, proprio perché non si preoccupano di colui o colei che sta dietro al messaggio. Per loro potrebbe essere chiunque, tanto non lo conoscono, e questo li rende liberi e senza colpe di poter “urlare” il proprio disprezzo nei confronti di temi quali l’aborto, l’abbandono, il tradimento e di molti altri che portano a scatenare innumerevoli conversazioni.
Conversazioni, che, se lette dall’autore della confessione, non sempre creano quel sollievo di cui molti parlano nel potersi liberare online.
Si crea anzi uno stato di ansia che da un lato si evolve nel chiudersi nei propri problemi, non volendo più esporsi su internet, dall’altro, invece, porta a voler trovare, in qualche modo, accettazione. Per questa ragione le persone continuano a scrivere confessioni e segreti. Questo fino a quando non troveranno nei commenti qualcuno che gli da ragione, che empatizza con loro o che si apra ad un dialogo di affetto per colmare quel bisogno di attenzione che si ricerca tramite internet.
Le confessioni online in Italia
Anche in Italia questo fenomeno delle confessioni online ha visto la nascita di siti web e social network che portano le persone a parlare liberamente di tutto, che sia un segreto o una semplice considerazione.
Uno dei siti maggiormente utilizzati è “insegreto” che negli anni è riuscito anche a creare delle sottocategorie per ogni tipologia di conversazione.
Infatti gli utenti, utilizzando degli hashtag possono inserirsi in categorie specifiche di segreti che possono essere inerenti a temi quali figuracce, il sesso o la scuola. Molti degli utenti anonimi che scrivono i propri messaggi sono giovani, un dato che dimostra come in una società come la nostra, il bisogno di aprirsi su certe tematiche sia molto più facile da esprimere in anonimo su un sito web che davanti a delle persone reali.
Perché confessarsi online? – Conclusioni
Ma perché allora confessarsi online? La Turkle risponde a questo interrogativo con uno dei maggiori bisogni dell’essere umano: essere parte di una comunità, potersi inserire all’interno di un contesto di relazioni che permette di sentirsi meno soli. Secondo l’etimologia del termine, comunità può avere anche il significato di “donarsi l’uno all’altro”, un’idea che, molto spesso, nel mondo delle confessioni online, non sempre viene sperimentata.
La scrittrice allora propone che l’utilizzo del termine comunità non sia totalmente corretto, perché dovrebbe voler dire che le persone si conoscono, sono vicine fra loro e si sostengono in una certa maniera, cose non sempre facili nel mondo online. Ma allo stesso tempo ciò che si sperimenta in questi luoghi digitali, non è altro che una trasposizione tecnologica di quello che si sperimenta sempre più nella società di oggi dove tutti sono sempre più lontani, sempre più critici, in pratica sempre più insieme ma soli.
Bibliografia e sitografia
Turkle S.; Insieme ma soli. Perché ci aspettiamo sempre più dalla tecnologia e sempre meno dagli altri; Einaudi editore; 2019; Roma.
Biografia
Mi chiamo Alberto Del Sante, del 98 e vivo in provincia di Modena. Mi sono laureato in Scienze della comunicazione all’Unimore presso la sede di Reggio Emilia e ora sto terminando gli studi presso la sede Iusve di Verona con la laurea in Web marketing e digital communication. Sono una persona che ama ascoltare e arricchirsi di nuove conoscenze, ho una passione per i libri che mi portano ogni giorno a visitare e conoscere persone e luoghi diversi del mondo.