Le piattaforme digitali hanno rivoluzionato il modo in cui interagiamo, consumiamo e conduciamo le nostre attività quotidiane. Tuttavia, l’aumento esponenziale dell’uso di queste piattaforme ha sollevato domande importanti riguardo il loro impatto sulla sostenibilità ambientale, economica e sociale. In questo articolo mi propongo di esplorare in modo approfondito l’impatto delle piattaforme digitali sulla sostenibilità, analizzando sia gli aspetti postivi che quelli negativi.

Negli ultimi decenni la trasformazione digitale è stata al centro dell’attenzione di molte ricerche e analisi. La trasformazione digitale comprende molteplici aspetti riguardanti la società, le organizzazioni e le industrie attraverso l’uso di tecnologie digitali come l’intelligenza artificiale, l’analisi dei big data, internet of things, la blockchain e altre tecnologie. Queste tecnologie hanno acceso le speranze di poter migliorare l’ambiente ma, allo stesso tempo, sono emerse diverse preoccupazioni sui potenziali rischi. Questo perché il rapporto tra le tecnologie digitali e la sostenibilità è sicuramente complesso da analizzare ma proverò ugualmente a rispondere alla domanda: “il digitale aiuta o ostacola la sostenibilità?”.

Le piattaforme digitali offrono numerosi vantaggi in termini di sostenibilità ambientale. La digitalizzazione riduce il consumo di risorse fisiche, grazie alla dematerializzazione dei processi e alla condivisione di informazioni e documenti in formato elettronico. Inoltre, possono promuovere la transizione verso un’economia circolare, facilitando la condivisione, il riutilizzo e il riciclaggio di beni e servizi. Ad esempio, negli uffici ha ridotto l’utilizzo di carta stampata e l’uso degli ebook e dispositivi mobili come e-reader ha ridotto l’impatto legato alla produzione dei libri e dell’inquinamento ambientale ad esso associato. Lo smart-working, soprattutto durante la pandemia da covid-19, ha ridotto l’uso dei mezzi di trasporto contribuendo alla diminuzione delle emissioni di gas serra.

Al giorno d’oggi diventare sostenibili grazie all’implementazione delle tecnologie digitali va a pari passo con aspetti tipici del business, come l’aumento dei ricavi, la riduzione dei costi e la fornitura di un’esperienza cliente positiva.

Un esempio riguardante l’implementazione di tecnologia digitali ai fini della sostenibilità è rappresentato dall’azienda Walmart, multinazionale statunitense nel settore della grande distribuzione organizzata con ben 11.847 negozi in 27 paesi. Walmart rappresenta molteplici implementazioni di trasformazioni digitali che lavorano per eliminare gli sprechi e il consumo di energia. I numerosi sensori IoT integrati e i robot di scansione degli scaffali si dimostrano sostenibili in termini di risparmio energetico. La possibilità di effettuare ordini direttamente da casa riduce l’utilizzo dei trasporti e quindi le emissioni di CO2. Walmart è sicuramente un’azienda che pensa al futuro. Nel 2018 la società ha brevettato l’idea di un robee, un drone autonomo per l’impollinazione delle colture dotato di telecamera e sensori. Questo consente di rilevare problemi agricoli e ottenere un controllo sulla catena di approvvigionamento alimentare Walmart e, di conseguenza, riduce al minimo gli sprechi alimentari.

Un’altra azienda che voglio citare è sicuramente Patagonia, azienda di abbigliamento sostenibile con un fatturato di 800 milioni di dollari che può vantare l’utilizzo di materiali organici, la vendita di abiti indossati e rielaborati e forniture organiche. L’azienda, sul proprio sito web, mantiene attivo un blog denominato “The Cleanest Line” in cui si possono trovare articoli dedicati alle crisi e alle soluzioni ambientali. Essendo attenta alla sostenibilità, il brand, ha implementato una serie di innovazioni nella gestione aziendale come ad esempio: materiali da costruzione riciclati con finestre in laminato che impediscono il surriscaldamento, pannelli solari, illuminazione a led, nuovi sistemi di riscaldamento e ventilazione e condizionamento controllati da una rete intelligente. Inoltre, i lavoratori sono incoraggiati a utilizzare le auto elettriche e ottengono un compenso finanziario per venire a lavoro in bicicletta o con i mezzi pubblici.

Le piattaforme digitali forniscono anche un accesso rapido alle informazioni sulla sostenibilità. I consumatori possono accedere a dati sulla provenienza dei prodotti, sulle pratiche di produzione, sull’impatto ambientale e su altre informazioni rilevanti. Ciò consente ai consumatori di fare scelte più consapevoli, premiando le aziende che adottano pratiche più sostenibili e influenzando il mercato verso una green economy. Queste piattaforme favoriscono anche la collaborazione e la condivisione di risorse. Attraverso i servizi di car sharing o bike sharing, per esempio, o la condivisione di alloggi, consentono anche di ottimizzare l’utilizzo delle risorse esistenti. Questo porta sicuramente ad una maggiore efficienza e dunque a numerose opportunità per promuovere la sostenibilità.

I dispositivi tecnologici possono apparire come privi di effetti ambientali, ma la realtà è diversa. Sebbene le tecnologie digitali siano spesso viste come fattori cruciali per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile, un numero crescente di studi ci avverte del significativo impatto climatico e ambientale delle nostre attività digitali. L’enorme diffusione dei prodotti digitali e i benefici ad essi associati hanno posto in secondo piano anche l’impatto inquinante derivante dalla produzione, dall’utilizzo e dallo smaltimento dei dispositivi stessi. I dati mostrano che il settore delle telecomunicazioni ha una grande impronta ambientale. Una ricerca del 2007 dimostrava allora come il settore delle telecomunicazioni rappresentasse, già all’epoca, l’1% del consumo energetico globale e generasse emissioni di CO2 equivalenti a quelle di 29 milioni di automobili. Il consumo energetico di questo settore è sicuramente significativo, con alcuni operatori come Verizon (Stati Uniti) e NTT (Giappone) che consuma quantità significative di energia. Allo stesso tempo la diffusione dello streaming ha avuto un forte impatto sull’ambiente. L’utilizzo di smartphone, tablet servizi di streaming (come, ad esempio, Netflix o YouTube) ha portato ad un aumento del consumo energetico. In tutto ciò la pandemia da Covid-19 ha sicuramente contribuito all’aumento del consumo di dati, del traffico internet e dello streaming video.

Gli effetti ambientali diretti sono gli impatti delle risorse e dell’energia dei prodotti digitali, ovvero la produzione di dispositivi ICT, il consumo di energia e lo smaltimento di rifiuti elettronici. L’estrazione mineraria e l’estrazione delle risorse naturali necessarie per i prodotti hardware sono i principali fattori che contribuiscono all’esaurimento delle risorse e al riscaldamento globale. Inoltre, i processi di estrazione delle materie prime causano altri effetti ambientali come emissione di metalli pesanti, acidificazione e contaminazione del suolo e dei servizi idrici. Secondo le Nazioni Unite l’industria tecnologica rappresenta attualmente il 2-3% delle emissioni globali e si ritiene che aumenterà rapidamente.

Altri impatti ambientali diretti che devono essere considerati sono la raccolta, il riciclaggio e lo smaltimento improprio delle apparecchiature elettriche ed elettroniche. Con il termine “rifiuti elettronici” ci riferiamo a prodotti elettronici indesiderati, non funzionanti o prossimi alla fine della loro vita utile. Nel 2019 il mondo ha generato 53,6 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici e il 17,4 di questa percentuale è stato ufficialmente documentato come correttamente raccolto e riciclato. I rifiuti elettronici contengono materiali preziosi e sostanze pericolose. La maggior parte dei dispositivi rottamati finiscono nei rifiuti residui che vengono successivamente inceneriti e portati i paesi come Africa e Asia. Questo determina un grave inquinamento dell’acqua e dell’aria con effetti negativi sulla salute dei lavoratori delle popolazioni locali.

I decisori politici spesso faticano a trovare un equilibrio tra consentire l’innovazione e proteggere la società da rischi derivanti le tecnologie digitali. L’assenza di un quadro normativo rivolto al tema della sostenibilità fa in modo che le aziende sono spesso esentate dall’obbligo di adottare determinati standard ambientali. Certo, abbiamo assistito a progressi volti a migliorare la trasparenza aziendale ma ci sono ancora significativi nodi da risolvere riguardanti gli impatti ambientali delle attività. Questo perché i governi hanno un ruolo fondamentale nel promuovere la sostenibilità nel settore tecnologico. Attraverso politiche e regolamenti il governo può promuovere pratiche ecosostenibili introducendo incentivi e fissando degli obiettivi per la riduzione delle emissioni. Allo stesso tempo le aziende tecnologiche hanno il compito di collaborare con i governi e altre parti interessate per stabilire codici etici di condotta che possono aiutare a raggiungere questi obiettivi. Le organizzazioni devono sfruttare sempre di più la propria influenza e le proprie risorse per investire in ricerca e sviluppo così da ridurre il loro impatto ambientale e creare nuove opportunità di crescita verso una tecnologia verde.

Oltre a quanto detto sino ad ora dobbiamo anche considerare il fenomeno della “disuguaglianza digitale”, che sta diventando un importante fattore sociale. Il divario digitale porta con sé che un segmento della popolazione che non ha accesso, o ha un accesso limitato, alle informazioni. Questo comporta, per gli appartenenti a questa categoria, opportunità sociali limitate. La mancata disponibilità al pubblico delle moderne tecnologie digitali sono esempi di disuguaglianza digitale. L’uguaglianza digitale è una questione molto importante nella società odierna, ma i governi non hanno ancora deciso se istituzionalizzare il diritto di accesso ad Internet. Il rischio però è quello creare una forma di disuguaglianza che impedisce a molti individui di accedere alle informazioni. Eliminare il digital divide deve diventare sempre più uno degli obiettivi delle organizzazioni e dei governi, per promuovere un’inclusione digitale.

Considerati gli effetti positivi e negativi legati all’utilizzo delle tecnologie digitali in termini di sostenibilità possiamo rafforzare l’idea che la trasformazione digitale ha un immenso potenziale per raggiungere obiettivi di sostenibilità ambientale. Tuttavia, comporta anche una serie di sfide in cui le aziende del settore tecnologico sono chiamate a scendere in campo. Con strumenti digitali adeguati è possibile creare un’economia circolare che limiterà le emissioni e incoraggerà la promozione di tecnologie verdi e rinnovabili. In questo forse le economie globali sono chiamate a rivedere le politiche tenendo conto delle tecnologie digitali e delle innovazioni nei vari settori. A livello globale la tecnologia digitale sta esplorando la portata dei terreni agricoli sostenibili, del risparmio energetico e della gestione delle risorse. Ad esempio, l’impiego delle tecnologie GIS e di telerilevamento ha aumentato la resa agricola attraverso dati e modelli efficienti di utilizzo del territorio. I big data e la digitalizzazione possono svolgere un ruolo fondamentale nel raggiungimento di obiettivi di sviluppo sostenibile.