Con l’avvento della tecnologia molti aspetti della Società sono cambiati, basti pensare a come ci informiamo, come parliamo e pure come votiamo. Negli ultimi anni, a tal proposito, anche le relazioni tra le persone hanno subito grossi cambiamenti con l’introduzione e la diffusione di applicazioni e social media.
Di fatto, al mondo digitale, senza ombra di dubbio, si può attribuire la grande capacità di annullare (quasi) le distanze tra le persone. Un fattore positivo, in quanto permette di mantenere i propri contatti attivi ovunque e con facilità. Anche se, d’altra parte, è anche vero che questa forte possibilità può tradursi, come molto spesso accade, in una conseguenza negativa: non si sente più il bisogno di trovarsi di persona e i rapporti, dunque, si fanno sempre più difficili, freddi e filtrati.
Tutto questo, ha ripercosso e ripercuote sulle relazioni, che siano esse tra amici, familiari o coppia di innamorati.
Vi ricordate quando per parlare con un amico andavate davanti a casa sua e suonavate il campanello oppure lo chiamavate al telefono dei genitori? Ildigitale.it (https://www.ildigitale.it/lamore-ai-tempi-dei-social-come-cambiano-le-relazioni-nellera-digitale/) rievoca così il passato parlando di questi momenti come attimi di attesa ricchi di ansia e trepidazione che precedevano l’incontro o la chiamata ad un’altra persona per noi importante. Una sensazione vera che dava valore aggiunto al legame tra amici o fidanzati.
Oggi, questa attesa non c’è più. Tutto è immediato e semplice in un mondo in cui siamo costantemente e continuamente in contatto tramite Whatsapp, Instagram o Facebook. Dunque, citando l’articolo “Relazioni online: è l’uomo che cambia Internet, non viceversa” di Wired.it (https://www.wired.it/internet/social-network/2015/10/16/relazioni-online-uomo-cambia-internet/), i social media e le app svolgono il ruolo di
“luoghi di espressione – e per tanto, di manifestazione anche delle relazioni sociali”
Con queste premesse, possiamo veramente affermare che si possono creare, mantenere e vivere relazioni nel mondo virtuale? E se è così, sarebbero ugualmente vere e forti, come quelle che avvengono nel mondo reale? Ecco, quindi, che occorre innanzitutto saper distinguere il reale dal virtuale, l’offline dall’online ed essere coscienti dell’esistenza di questi due mondi paralleli.
Un articolo del 2015 di The Next Web intitolato “Il web ha cambiato per sempre le nostre relazioni” fa il punto sulle motivazioni che portano le persone, in particolare gli adolescenti, ad intrattenere maggiormente relazioni online. Una relazione faccia a faccia comporta un certo grado di difficoltà, in quanto si basa sulla condivisione sia di informazioni verbali, che non verbali, come la dimostrazione di emozioni, dubbio e preoccupazione. Al contrario, Internet concede l’anonimato e la distanza fisica, due attributi favorevoli che permettono alle persone di dire, fare e condividere cose e sentimenti che al di fuori dello spazio cibernetico non farebbero mai. E’ quello che si intende per effetto di disinibizione. Questi aspetti si possono riscontrare, tanto all’interno di flussi di comunicazione tra individui, quanto nella creazione e mantenimento delle relazioni personali. Detto ciò, il cyberspazio tra gli individui sembra essere una lama a doppio taglio.
Secondo un recente studio della Pew Research, svolta negli Stati Uniti nel 2015, le nuove tecnologie migliorano di gran lunga le relazioni tra gli adolescenti; grazie ad una continua connessione, infatti, riescono a sentirsi sempre vicini e ad avere una molteplicità di occasioni per risolvere eventuali problemi. I numerosi gruppi creati e la presenza online rafforzano il legame all’interno del gruppo di amici, della coppia e tra membri della famiglia. Oltre che a migliorare l’autostima del singolo individuo.
Tuttavia, se guardiamo anche l’altra faccia della medaglia, vediamo un aspetto negativo di rilievo da non trascurare. Gli adolescenti, o anche chiamati “i sempre connessi”, perdono consapevolezza del valore della relazione in quanto tale; non distaccano l’offline dall’online e, così facendo, reputano uguale relazionarsi tramite applicazioni e social all’incontrarsi di persona. Di questo passo, sentono meno il bisogno di vedersi faccia a faccia. Inoltre, i giovani digitali sono pigri, ecco perché, tendono sempre verso la soluzione meno impegnativa e rapida, in cui le emozioni, anche per i più timidi, si traducono con semplici emoticons di rimpiazzo. Tutto perde valore: l’amicizia e i sentimenti diventano icone dalle diverse forme, colorate e poste su uno schermo. Una volta fuori dal mondo digitale ci sentiamo persi, non sappiamo come comportarci, come relazionarci perché abituati a ricevere sempre un aiuto da parte dei social e una continua distrazione socialmente accettata. A questo proposito, il sociologo Zygmunt Bauman in un’intervista dichiara:
“Il mercato […] ci alletta con la promessa di poter avere tutto senza fatica: soddisfazione senza lavoro, guadagno senza sacrificio, risultati senza sforzo, conoscenza senza un processo di apprendimento. L’amore richiede tempo ed energia. Ma oggi ascoltare chi amiamo, dedicare il nostro tempo ad aiutare l’altro nei momenti difficili, andare incontro ai suoi bisogni e desideri più che ai nostri, è diventato superfluo: comprare regali in un negozio è più che sufficiente a ricompensare la nostra mancanza di compassione, amicizia e attenzione.”
In conclusione, i nostri rapporti oramai sono mediati, superficiali e, anche se si sostiene il contrario, distaccati.
Tuttavia, sempre su suggerimento del grande sociologo potremmo sollevare una curiosa domanda: siamo sicuri che questa tendenza ad abbandonarci ai social e alle applicazioni per instaurare e far progredire le nostre relazioni, distaccandoci dal vero valore delle stesse, sia tutta colpa della tecnologia? oppure siamo noi a non essere più in grado di rapportarci agli altri? Se riprendiamo Bauman, infatti, sembrerebbe che noi:
“Tendiamo a non tollerare la routine, perché fin dall’infanzia siamo stati abituati a rincorrere oggetti “usa e getta”, da rimpiazzare velocemente. Non conosciamo più la gioia delle cose durevoli, frutto dello sforzo e di un lavoro scrupolo”.
Indubbiamente, come accennato prima la nostra propensione alla pigrizia, all’avere tutto subito e nell’immediato, contribuiscono alla qualità delle relazioni che si instaurano. Ciò nonostante, le nuove tecnologie alimentano questa nostra tendenza e affievoliscono ciò che per la nostra Società ha sempre occupato un ruolo essenziale: amore, amicizia e famiglia. Pensiamo che un “ti voglio bene” inviato per Whatsapp nel gruppo della famiglia basti a sistemare i rapporti con i genitori dopo una discussione animata, che un like alla ragazza che mi piace sia sufficiente a farle capire le mie intenzioni, che bloccare l’ex fidanzato sui social lo elimini del tutto dalla Terra oppure che la condivisione di un video divertente ad un amico gli faccia dimenticare delle cose per cui vuoi farti perdonare.
Pertanto, sarebbe inopportuno e incosciente non condividere l’idea che i social media e le applicazioni siano importanti all’interno dei rapporti con le persone e, più in generale, nella vita quotidiana di tutti. Sono un ottimo strumento per comunicare e per manifestare ciò che non diremmo o faremmo abitualmente. D’altra parte, sarebbe altrettanto incosciente affermare che ciò che si costruisce coi media abbia lo stesso significato del reale.
Allo stesso modo non possiamo attribuire tutta la colpa, di quanto affermato fino ad ora, agli individui stessi, in quanto essi crescono al passo con i cambiamenti sociali. Quindi, danno importanza alle cose in base agli insegnamenti che ricevono dalla Società.
Ecco, dunque, che l’introduzione dell’articolo si adatta anche al ruolo di conclusione: la consapevolezza di ciò che è online e ciò che è offline è essenziale. Ugualmente lo è capire come, quando e quanto usare la tecnologia nei diversi gradi di relazione. Non c’è una colpa da attribuire.
L’intento di questo articolo è quello di evidenziare i pro e i contro legati all’utilizzo delle tecnologie digitali all’interno delle relazioni tra gli individui, cercando di esplicare motivazioni e conseguenze di certi atteggiamenti.
di Chiara Perozzo