Nell’era digitale, i social media hanno assunto un ruolo significativo nella formazione dell’opinione pubblica nel contesto del discorso politico, trasformando la comunicazione e l’interazione umana in modi mai visti prima. L’utilizzo di piattaforme come Facebook, Twitter e Instagram come sistema di comunicazione e informazione primari, ha portato ad un radicale cambiamento nel modo in cui le informazioni politiche vengono diffuse e ricevute. Prima dell’avvento dei nuovi media, infatti, i cittadini dipendevano principalmente dai giornali e dalle trasmissioni televisive per ottenere informazioni riguardanti queste tematiche. Le istituzioni, a loro volta, potevano comunicare con il pubblico solo attraverso interviste, comizi pubblici o annunci ufficiali. In questo senso, i social media hanno ribaltato totalmente questa dinamica, consentendo una comunicazione più aperta e diretta attraverso l’utilizzo delle piattaforme social, utili a raggiungere un pubblico vasto e diversificato per la condivisione di messaggi, idee e programmi in tempo reale. Questo livello di accessibilità e interazione senza precedenti ha quindi fortemente influenzato la comunicazione pubblica e politica favorendo una maggiore partecipazione degli utenti, ma anche lo sviluppo di problematiche e controversie.
Sommario
Uno primo passo verso un’apparente democratizzazione
Un primo contributo fondamentale dei social media al discorso politico risiede nella democratizzazione dell’informazione. Questo processo ha ampliato l’accesso e la diffusione delle informazioni, superando le restrizioni tradizionali imposte dai canali di comunicazione centralizzati. In passato, questi canali convenzionali erano controllati da un numero limitato di attori, ostacolando la comunicazione bidirezionale e limitando il coinvolgimento attivo dei cittadini. I social media sembrano, invece, aver rivoluzionato questo scenario, abbattendo queste barriere e consentendo a chiunque di condividere e accedere alle informazioni politiche in tempo reale. Dunque, la diffusione sempre più ampia di opinioni differenti, ha permesso di dare voce a gruppi e individui che altrimenti sarebbero stati ignorati, favorendo un modello di democrazia più aperto e partecipativo. Tuttavia, l’utopia di un medium completamente libero e privo di vincoli contrasta con la struttura stessa dei nuovi media digitali. Questi sono, infatti, costruiti su codici e protocolli definiti dagli ideatori delle piattaforme, il che comporta una limitazione parziale della partecipazione degli utenti e della diffusione delle informazioni.
Il fenomeno delle filter bubbles e la diffusione di fake news
Tuttavia, l’uso dei social media come fonte di informazione politica non è privo di sfide. Gli algoritmi utilizzati dalle piattaforme sociali per personalizzare i contenuti mostrati agli utenti, possono creare delle bolle informative o “filter bubbles”. Questo fenomeno molto diffuso mostra come gli algoritmi dei social media possono creare una sorta di isolamento informativo. Gli utenti sono spinti a visualizzare principalmente contenuti che riflettono le loro convinzioni e preferenze preesistenti, creando così delle bolle informative che li isolano da opinioni o prospettive diverse. Questa selezione personalizzata dei contenuti può portare alla polarizzazione dell’opinione pubblica, poiché le persone possono finire per essere esposte solo a contenuti che riflettono le loro opinioni, impedendo loro di incontrare prospettive diverse e contrastanti. Le filter bubbles possono favorire l’accentuazione delle divisioni all’interno della società e ostacolare il dialogo costruttivo tra posizioni politiche diverse. Inoltre, la costante presenza degli algoritmi nei social media ha condotto allo sviluppo di un ulteriore problema – la diffusione di fake news. Uno dei casi più significativi di questi ultimi anni, sono state le elezioni americane del 2020, che hanno alimentato la speculazione di notizie false. Negli ultimi anni, questo tema ha suscitato preoccupazioni riguardo la manipolazione e polarizzazione dell’informazione e la disinformazione. La velocità con cui le notizie si propagano e la totale assenza di verifica delle stesse, molto spesso conduce alla diffusione e trasmissione di informazioni non verificate che diventano virali in brevissimo tempo.
Dalla teoria ai fatti: fake news e il conflitto Russia-Ucraina
Nell’ultimo anno, abbiamo assistito alla diffusione e divulgazione di false notizie, legate principalmente allo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina. Secondo il report annuale pubblicato nel 2023 da Newsguard Technology, sarebbero oltre 350 i siti web e le piattaforme utilizzati da organi propagandistici russi, per diffondere fake news relative al conflitto e alla reale situazione in cui si trovano i due paesi. Queste notizie riguardano potenziali attacchi da parte delle potenze occidentali, presunti genocidi attuati dall’Ucraina e la falsa idea che si tratti di un paese di stampo nazista, solo per citarne alcune. Tutto questo sforzo mira a ottenere consensi sempre maggiori dalla popolazione russa e a condizionare il pensiero politico internazionale. Inoltre, un recente articolo del team di Newsguard riporta come il Cremlino abbia finanziato diverse strategie e campagne per diffondere notizie false e fuorvianti in tutto il mondo, sfruttando siti web, piattaforme come YouTube, Facebook, Instagram, Twitter e TikTok, e account statali ufficiali e non. In questo caso, l’obiettivo di queste campagne fake è promuovere gli interessi del governo russo, e denigrare gli avversari. Per contro, a questa situazione si sono aggiunte anche numerose testate giornalistiche, al di là di quelle russe, che hanno contribuito al trambusto, mostrando per mesi le stesse immagini e alimentando opinioni errate tra gli utenti. Prendendo in esame questo caso, non vi è l’intento di sostenere un fronte piuttosto che un altro, ma si tratta solo di evidenziare un esempio oggettivo di ciò che ho precedentemente descritto come fenomeno delle filter bubbles e diffusione di fake news. In ogni caso, quanto descritto rappresenta uno dei molti casi in cui politica e istituzioni hanno sfruttato la potenza virale dei media per diffondere false notizie e creare opinioni errate, con l’obiettivo di influenzare e confondere il pensiero delle persone e l’opinione pubblica.
Social media e politica: dalla manipolazione alla partecipazione
Nonostante le sfide e le controversie legate alla diffusione di fake news e alla manipolazione degli algoritmi, i social media hanno anche un impatto positivo sulla partecipazione politica. Le piattaforme offrono l’opportunità di esprimere le proprie opinioni, connettersi con altri cittadini impegnati e organizzare movimenti di protesta. Negli ultimi anni, il fenomeno delle rivoluzioni dei social media si è diffuso rapidamente, assumendo un ruolo cruciale nella diffusione di notizie e permettendo alle persone di organizzarsi e condividere le loro esperienze in tempo reale. Questi movimenti spesso si sviluppano e si diffondono rapidamente attraverso le reti sociali online, coinvolgendo un vasto numero di persone in tempi brevi. Le rivoluzioni dei social media possono anche riferirsi a movimenti sociali e politici riguardanti la lotta per i diritti civili, le proteste contro le ingiustizie sociali, le campagne per la protezione dell’ambiente e altro ancora: #BlackLivesMatter, #MeToo, #MahsaAmini, #FridaysforFuture. In tutti questi casi, i social media hanno quindi fornito uno spazio per la mobilitazione, l’espressione delle preoccupazioni e la costruzione di un consenso tra le persone con ideali e obiettivi simili.
Sfide per il futuro
Al fine di comprendere al meglio queste nuove forme di comunicazione legate alla diffusione dei new media, è interessante analizzare i possibili cambiamenti futuri e le sfide che ne potrebbero emergere. In questo senso, negli ultimi anni le nuove piattaforme social hanno iniziato a implementare politiche per contrastare la diffusione di fake news e contenuti ingannevoli, riducendo la visibilità di contenuti fittizi o contrassegnandoli come potenzialmente falsi. Tuttavia, la moderazione dei contenuti può essere un argomento controverso, poiché potrebbe sollevare preoccupazioni riguardo alla censura e alla limitazione della libertà di espressione. Inoltre, gli utenti stessi hanno un ruolo cruciale nella promozione di un ambiente informativo più sano e responsabile. L’adozione di un pensiero critico e il controllo delle fonti di informazione possono aiutare a distinguere le notizie accurate e verificate dalle fake news. Per quanto riguarda il futuro, il ruolo dei social media nella formazione dell’opinione pubblica è destinato a continuare ad evolversi. In questo senso, lo sviluppo delle nuove intelligenze artificiali e l’apprendimento automatico potrebbero rappresentare una soluzione innovativa e vantaggiosa nella personalizzazione dei contenuti, ma dovrebbero comunque mantenere un’oggettività tale da non sollevare ulteriori domande e problematiche riguardo la trasparenza degli algoritmi e il controllo delle informazioni. Un’ulteriore sfida è rappresentata dalla necessità di garantire la privacy e la sicurezza dei dati degli utenti. La raccolta e l’uso dei dati personali possono essere utili nella personalizzazione di contenuti e nel miglioramento della user experience, ma dovrebbero essere gestiti in modo etico e responsabile, evitando il rischio di abusi, violazioni o fughe di dati.
Conclusioni
La formazione dell’opinione pubblica e la partecipazione politica sono quindi elementi fondamentali per il funzionamento delle democrazie moderne, all’interno delle quali i social media continueranno a giocare un ruolo significativo. Oggigiorno gli utenti possono essere esposti a contenuti manipolati o addirittura inventati, rendendo quindi difficile distinguere la verità dalla falsità. Combattere la diffusione di fake news richiede quindi importanti sforzi da parte di piattaforme, istituzioni (sana politica) e degli utenti stessi, al fine di promuovere un pensiero quanto più critico e razionale e creare un ambiente informativo, sano e inclusivo. Dunque, solo affrontando le sfide e cogliendo le opportunità dei social media, in modo consapevole e responsabile, potremo impostare e costruire una società più informata, coinvolta e democratica. Si tratta di un compito molto complesso, ma che porterebbe a risultati vantaggiosi e rilevanti, permettendo di evidenziare le molteplici potenzialità positive della dimensione digitale. In conclusione, i social media rappresentano uno strumento potente, attraverso il quale veicolare e trasmettere informazioni quanto più veritiere e oggettive possibili, che le persone possano sfruttare al fine di costruire e rafforzare liberamente la propria opinione pubblica e politica. Solo così i social media potranno diventare un mezzo efficace atto a migliorare la partecipazione politica in un mondo sempre più interconnesso, come quello odierno.
Biografia
Autrice: Silvia Dal Forno
Sono Silvia, ho 24 anni e sono laureata in Scienze della Comunicazione presso l’Università degli Studi di Verona. Attualmente, frequento il primo anno del corso magistrale in Web Marketing & Digital Communication presso l’Università di IUSVE. Sono una ragazza curiosa, solare e indipendente, sempre alla ricerca di nuove esperienze e sfide. La mia passione più ardente? I viaggi. Amo esplorare nuovi luoghi e scoprire la bellezza unica di culture diverse.
Bibliografia
Quintarelli, S. (2019) Capitalismo Immateriale: Le tecnologie digitali e il Nuovo Conflitto Sociale. Torino: Bollati Boringhieri.
Sitografia
- https://www.newsguardtech.com/it/
- https://www.internetmatters.org/it/
- https://www.ispionline.it
- https://www.cyberlaws.it/2020/social-politic/
- https://www.buonenotizie.it
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