35.7 Milioni sono gli utenti attivi su Facebook e 22.3 Milioni sono quelli su Instagram. Numeri da record, se pensiamo che fino a un decennio fa non esisteva nemmeno il concetto di “social network”.
Ognuno di noi è iscritto ad almeno uno di questi, e tutti ne conosciamo usi e funzioni. Ma cosa davvero spinge l’individuo ad occupare un proprio spazio nel mondo social? Qual è la percezione della nostra immagine attraverso la pubblicazione di post e contenuti su internet?
I social network si fanno portatori di messaggi, immagini e diventano veri e propri raccoglitori dei nostri ricordi più belli, arricchiti da suoni, musiche e testi, con lo scopo di definire anche la propria personalità. Il divertimento non finisce qui, anzi non incomincia finché non si clicca il pulsante “pubblica”. Qui ha inizio un ciclone di like, commenti, condivisioni, supportati dalla viva speranza che qualcuno ci apprezzi e ci ricordi.
Sommario
Più apparenza e meno sostanza nei social
Apparire, in questo caso sui social network, assomiglia un po’ al bisogno di gloria. In fin dei conti siamo tutti un po’ narcisisti e i social, come accennato precedentemente, fungono da vero e proprio palcoscenico sul quale ci si può “esibire” dando il meglio di sé.
Molte persone lo fanno in relazione a bisognidi sicurezza, a bisogni associativi, a bisogni di stima e a bisogni di autorealizzazione; il tutto incorniciato dalla forte volontà di lasciare una traccia di sé. Dal momento che manca la sicurezza di possedere un valoree un’autenticità per ciò che si è anche grazie alle proprie imperfezioni, ci si affida alle pubblicazioni di contenuti social perché apparentemente in grado di assicurarci consenso e approvazione. La parola chiave diventa “condividere”. Condividere particolari della propria vita privata, anche se futili e monotoni, per cercare costante attenzione e conferme sulla propria bellezza e simpatia, ma soprattutto sulla possibilità di piacere e di sentirsi desiderati e/o invidiati. Si fa di tutto per stare sempre sul palco, sulla scena, per essere e rimanere protagonisti a tutti i costi: maggiori sono le approvazioni, i like, i commenti che si riceve, tanto più ci si sentirà appagati, lusingati, adorati e bramati. Questo fenomeno però, rende difficile la comprensione e l’identificazione della purezza e realtà dell’immagine emersa sui social; sempre più spesso accade che i profili che creiamo corrispondano gran poco alla nostra identità poiché tendiamo il più delle volte, a realizzare un alias della persona diverso da quello che si è nella vita di tutti i giorni.
Emergendo come o meglio di altri, forse ci sentiamo meno soli, o credendoci migliori ci illudiamo e ci costruiamo una maschera a cui crediamo veramente. Così facendo però, solo per esaltare un’immagine di sé ed accrescere il consenso mediatico, si rischia di perdere un valore prezioso: la propria personalità.
Perché tutto questo esibizionismo?
Alcuni studi mostrano come le persone siano più predisposte nei social network, a rivelare il proprio vero sé, più di quanto non lo siano nella vita reale; ma non sono pienamente d’accordo. È molto probabile che sui social si riesca ad esprimere con più facilità un proprio pensiero o idea, poiché “protetti dallo schermo” e dietro una tastiera, ma è anche vero che sui social appaiono prototipi di persone molto lontane dalla realtà che incentivano gli utenti a crearsi un’immagine simile anche se del tutto differente dalla propria. Tutto questo per essere ammirati, apprezzati e imitati. Un ciclo continuo di attenzioni, invidia e copie, che dà vita a profili il più delle volte non veritieri.
Gli utenti che popolano buona parte dei social, si possono categorizzare in “utenti affetti da neocriticismo” che tendono cioè, ad utilizzare Internet per evitare la solitudine, e utenti affetti da narcisismo.
Diversi studi infatti, riportano a galla quanto i Social Network possano facilmente trasformarsi in veri e propri palcoscenici in cui i feedback positivi servono ad arricchire e, più precisamente, a sostenere e rinforzare il livello di autostima personale.
È difficile resistere alla tentazione di voler piacere a tal punto da compromettere la veridicità del proprio carattere e dei propri sentimenti; la comunicazione in rete ci fa credere che le innumerevoli quantità di “amici” siano costantemente in attesa dei nostri monologhi, abbandonando così il vero motivo per cui è nato il web: creare confronto e formazione in un dialogo creativo e innovativo.
Parliamo tutti, sempre più interconnessi, sempre più visibili; e anche chi non parla di sé si costruisce sul Web un’immagine molto precisa per chi legge e ascolta.
Possiamo confermarlo definitivamente: viviamo e costituiamo l’Epoca della personalità narcisistica, dell’auto-celebrazione, dei selfie, della focalizzazione solo su se stessi.
Il narcisismo social
In realtà, il narcisismo ha una vasta varietà di significati;
È un carattere, tuttavia, che fondamentalmente si distingue per scarsa empatia, vanità, arroganza; un’arroganza pericolosa poiché facilmente mutabile in presunzione ed egocentrismo, laddove le altre persone vengono considerate, più o meno consapevolmente, come mezzi per il successo personale, senza tener conto il prezzo di questo atteggiamento. Tutto ciò induce il narcisista ad amare e lusingare i cosiddetti “follower”e a non accettare critiche.
Il Web è lo specchio ideale per ingigantire l’immagine di sé; In un certo senso, i social sono la “casa del narcisismo”.
E il narcisismo rappresenta la principale inclinazione della società virtuale, che si sviluppa sul digitalee su Internet.
L’immagine imponente è, in realtà, una vera e propria proiezione del sé in una versione del tutto irrealistica e ipotetica. Alla base di questo atteggiamento prevale infatti, la scelta di celare una visione di sé inconsistente, modesta, insicura e fragile, più vicina alla realtà ma per l’appunto, mal vista e difficilmente accettabile dal mondo social.
Il narcisista è quindi, una persona debole, intollerante tuttavia della propria stessa debolezza. È colui incapace di affrontare le proprie imperfezioni e i propri limiti, preferendo la creazione di una falsa immagine in grado di sintetizzare al meglio il prototipo di persona a cui gli piacerebbe assomigliare.
Spessissimo, il Narcisista non riconosce affatto il proprio senso di fragilitàe interiorità, perché si tratta di un processo di proiezioni interiori che rimane il più delle volte inconscio. Prigionieri di schemi mentali rigidissimi, dove regna solo la competizione e mai il confronto, e dove qualsiasi sua reazione è in realtà motivata da un profondo senso di inferioritàche non accetterà mai.
La felicità “social” è una maschera
Quantità innumerevoli di post bombardano ogni giorno i nostri social, ma non sono post qualunque: ritraggono coppie felici e innamorate ma che nascondono crisi matrimoniali, persone fortunate che viaggiano in tutti i posti più belli del mondo, ma spesso nascondo nascondono solitudine e mancanza di radici, frasi di miglioramento personale che pretendono di dare una lezione di pedagogia agli altri auto definendosi come modelli da seguire.
Leggiamo costantemente buone notizie e cose meravigliose sulla bacheca altrui e questo ci spinge a fare un confronto e a deprimerci. Non sempre le parole o le immagini mostrano la realtà, infatti attraverso il mondo dei social network si punta a mostrare agli altri la migliore versione di se stessi, un’immagine distorta di chi si è davvero.
Purtroppo però, quando il nostro cervello viene a contatto con messaggi di questo calibro, innesca atteggiamenti di invidiae poca autostima, credendo che gli altri siano migliori, più divertenti e più fortunati di noi. In automatico questa falsa percezione della realtà genera atteggiamenti e comportamenti di cambiamento, competizione e finzione al fine di essere come o meglio di loro.
Passare ore e ore sui social network quindi, non è di grande aiuto e sbirciare i profilialtrui, dunque, non fa altro che aumentare la nostra sensazione di vittimismo.
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