Sommario
Matteo Salvini e i Social
Matteo Salvini è un personaggio che si è avvicinato al mondo della politica sin da giovane. Nel 1990 si è iscritto alla Lega Nord e nel 1993, a soli vent’anni, è stato eletto consigliere comunale a Milano. Il suo rapido percorso politico lo ha portato a essere eletto deputato al Parlamento europeo nel 2004, con 14.000 preferenze, e successivamente vicesegretario nazionale della Lega Lombarda dal 2006.
Nel 2008, alle elezioni politiche, Salvini è diventato parlamentare alla Camera dei deputati, ma è tornato al Parlamento europeo nel 2009 con un’enorme preferenza di 70.000 voti. Il 7 dicembre 2013, ha vinto le primarie contro Umberto Bossi e ha assunto il ruolo di segretario federale della Lega Nord con l’82% delle preferenze.
La vittoria di Salvini è avvenuta in un momento difficile per il partito, che aveva subito una grande sconfitta alle elezioni politiche del 2013. La leadership di Umberto Bossi era in declino, ma Salvini è riuscito a trasformare la Lega in un partito ancora più verticale, focalizzato su nuovi temi e una diversa area politica.
Il rebranding operato da leader della lega ha dato i suoi frutti alle elezioni politiche del 2018, in cui il partito ha ottenuto il 17,35% dei voti, diventando il terzo partito italiano. Dopo settimane di trattative, Salvini ha formato un governo con il Movimento 5 Stelle, diventando Ministro dell’Interno. Nonostante fosse il partito di minoranza, la Lega ha dominato il dibattito pubblico, concentrandosi sull’immigrazione e sulla legittima difesa.
Salvini ha capito l’importanza dei social network molto prima degli altri politici italiani. Ha aperto la sua pagina Facebook nel 2010 e ha iniziato a condividere le sue attività quotidiane, veicolando i suoi messaggi con grande naturalezza. È anche attivo su Twitter, con oltre un milione di followers, e su Instagram, con quasi due milioni di seguaci.
La strategia comunicativa di Salvini si basa sulla scelta oculata dei temi, controllando l’agenda mediatica e politica. Il suo team di comunicazione digitale, guidato da Luca Morisi, ha costruito una potente macchina di comunicazione e propaganda, utilizzando software avanzati per il micro-targeting e l’analisi dei big data.
Salvini è riuscito a polarizzare il dibattito politico attraverso la sua abilità di incorniciare i fatti in modi che gli sono funzionali, utilizzando la tecnica del framing. Ad esempio, ha inquadrato la questione dell’immigrazione come un’invasione, suscitando preoccupazioni sulla sicurezza.
La costante esposizione mediatica di Matteo Salvini ha avuto un impatto significativo sui sondaggi elettorali successivi alle elezioni del 4 marzo, nonché nelle elezioni regionali. A partire da giugno 2018, i sondaggi hanno iniziato a registrare una rapida crescita della Lega. Secondo il portale YouTrend, Salvini guadagnava in media mezzo punto percentuale a settimana, raggiungendo il 24% il giorno del suo giuramento al Quirinale. Durante l’estate, la Lega ha continuato a salire nei sondaggi, raggiungendo il 30% e superando per la prima volta il Movimento Cinque Stelle. In alcune rilevazioni, la Lega ha raggiunto punte del 33-34%. La crescita elettorale della Lega è stata confermata definitivamente alle elezioni europee del 26 maggio 2019, in cui il partito ha conquistato il 34% dei voti, posizionandosi come il primo partito italiano.
Per comprendere la strategia comunicativa di Matteo Salvini, il primo passo consiste nell’analizzare gli strumenti che utilizza. Salvini si è dimostrato uno dei primi politici italiani a cogliere l’importanza dei social network. Nel 2010 ha aperto la sua pagina Facebook e ha iniziato a condividere le sue attività quotidiane, trasmettendo i suoi messaggi con grande naturalezza. Nel biennio 2010-2012, ha adottato una strategia ritenuta efficace ancora oggi: pubblicare articoli legati a eventi di cronaca locale, promuovere le sue apparizioni nei media e invitare gli utenti a sostenerlo, utilizzando foto personali che lo rendevano identificabile da parte del suo stesso pubblico come un uomo comune, con cui risulta facile riconoscersi.
Per quanto riguarda le altre piattaforme, ha aperto un account Twitter nel 2011, che utilizza principalmente come amplificatore per le sue apparizioni televisive e che conta oltre un milione di follower. Infine, Salvini è molto attivo su Instagram: si è iscritto nel 2014, molto prima di altri leader europei, e condivide principalmente momenti della sua vita quotidiana, contando quasi due milioni di seguaci. Salvini sui social network appare sempre istintivo e spontaneo, in grado di creare un’empatia con le opinioni predominanti di una parte significativa degli utenti online.
“La bestia” di Luca Morisi
Questa sua capacità di posizionarsi dalla parte “giusta” e maggioritaria dell’opinione pubblica è attribuibile al suo team di comunicazione digitale guidato da Luca Morisi.
Coetaneo di Salvini, è un professore a contratto presso l’Università di Verona, dove insegna “Informatica filosofica”. Secondo il suo profilo LinkedIn, è esperto nella progettazione di database, applicazioni web e Intranet/Extranet. In passato, è stato fondatore di Mediatechs, un’azienda mantovana attiva nel campo dei servizi web e delle tecnologie dell’informazione. Nel 2009, è diventato proprietario di SistemaIntranet, un’azienda che sviluppa applicazioni e software per il web, e dal 2013 ha assunto il ruolo di social media strategist di Salvini fino alle dimissioni volontarie nel settembre 2021, in seguito a uno scandalo mediatico che lo ha visto accusato di prostituzione e uso di stupefacenti.
Morisi è considerato una figura enigmatica nel mondo della Lega Nord, essendo sia un tecnico che un filosofo. Il suo nome è spesso associato alla “Bestia”, un presunto sistema informativo personalizzato che sarebbe in grado di analizzare in tempo reale il sentiment dei commenti e delle reazioni a un post, suggerendo i temi su cui focalizzarsi nel post successivo. Durante il biennio 2018-2019, si è parlato molto di questo software, considerato il pilastro fondamentale del successo sui social di Salvini. Secondo Vincenzo Cosenza, uno dei massimi esperti italiani in materia, in un articolo su AGI9 del 15 settembre 2018, si tratterebbe di:
“Un tool in grado di leggere i commenti e conversazioni che riguardano un argomento specifico, un listening tool che offre a chi lo legge informazioni su quanto si parli bene o male di un topic. […] Questi strumenti mettono sotto osservazione delle keywords, scaricano tutti i dati raccolti e offrono una fotografia del sentimento della rete in tempo reale. Ma da qui ad immaginare un algoritmo che vada a determinare in automatico il tema di un tweet mi pare francamente fantascienza. Questo è quello che fanno i social media manager, non gli algoritmi. Sono loro che sanno cosa scrivere, dopo l’analisi dei dati del software.”
Nonostante le questioni tecniche del sistema di comunicazione digitale, è evidente che la creazione di una potente macchina di comunicazione e propaganda, basata su sofisticati software per il micro-targeting e l’analisi dei big data, abbia conferito a Matteo Salvini un considerevole vantaggio mediatico, che ha saputo sfruttare grazie alla sua abilità di interagire con le persone comuni sui social network. Questo approccio gli ha permesso di stabilire un forte controllo sull’agenda mediatica e, di conseguenza, sull’agenda politica.
La comunicazione del partito si basa su una selezione accurata dei temi, su cui Salvini sa di avere il consenso di una porzione maggioritaria del Paese. Controllare l’agenda implica la capacità di distrarre i media durante i momenti difficili del governo e garantirsi consensi e sostenitori.
Il valore dei sentimenti
Spiegate le logiche dietro alla “Bestia”, uno dei punti cardine della comunicazione politica di Salvini è stato lo sfruttamento dei sentimenti negativi degli utenti dei social media.
Secondo uno studio condotto da Pierluigi Vitale, docente di Information design all’Università di Salerno e analista dei social media, su oltre 8.000 post pubblicati su Instagram dal 2015 ad oggi, si è scoperto che le immagini e i post in cui Salvini esprimeva emozioni negative come tristezza, paura, rabbia e disgusto generavano il maggior numero di commenti e “like. L’analisi è stata resa possibile grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale di Facebook. Questo studio ha contribuito a comprendere come la propaganda si muove attraverso le immagini sui social media.
Successivamente, nell’analisi condotta, è stato preso in considerazione anche il contenuto delle immagini pubblicate. Pierluigi Vitale ha identificato cinque categorie di contenuti:
- Selfie, che ritraggono Salvini in primo piano;
- Human, in cui il leader della Lega è fotografato insieme a alleati e sostenitori;
- Food, riferito ai contenuti gastronomici connessi all’ex ministero del governo Conte I;
- Space, che comprende foto paesaggistiche;
- Meme, una forma di comunicazione ironica dei temi.
Come riportato nel grafico, in relazione all’intensità del colore, appaiono le emozioni che si vorrebbero trasmettere tramite i vari formati di contenuto, tra cui spicca il sentimento di fiducia, indispensabile per un personaggio politico che necessita di approvazioni e consensi.
Conclusione
Da questa analisi e dalle ricerche svolte, è evidente come ci si trova dinnanzi ad un’opera di comunicazione politica singolare e interessante, che al di là dell’etica e della strumentalizzazione di tematiche delicate ha saputo produrre i risultati sperati, portando Salvini ad essere un personaggio di spicco del panorama politico e soprattutto mediatico in Italia. Vi sono poi tecniche di persuasione, che riguardano la comunicazione non digitale, utilizzate sapientemente dalla leader della lega (e non solo) che non possono essere analizzate in questo articolo, ma che consiglio di approfondire all’interno del libro “La lingua Disonesta” di Edoardo Lombardi Vallauri, per un quadro ancora più completo del come queste tecniche siano efficaci per conquistare il sostegno del pubblico e il potere da parte degli esponenti politici e non. Comprendere questi fenomeni è molto importante, perché in questo modo si è in grado di riconoscere la realtà nella sua interezza, diffidando dalle interpretazioni che ci vengono fornite da soggetti che troppo spesso modificano i fatti a loro piacimento.
Essere più consapevoli, ci da anche la possibilità di prendere decisioni più accurate e scelte più giuste, nell’interesse nostro e delle persone che ci circondano.
Fonti
Libro: Edoardo Lombardi Vallauri, La lingua disonesta.
L’Autore
Mi chiamo Alberto Lolliri, laureato in comunicazione all’Università di Padova e studente di web marketing e comunicazione digitale allo Iusve di Mestre. Sono un appassionato di giornalismo, da cui spero sfoci la mia futura professione, ma mi interessa anche il tema dei media digitali e delle loro meccaniche, oltre che agli sviluppi futuri.
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